Le Lettere di Renato Pierri – La donna. Molto celebrata, ma non altrettanto rispettata
«Non si può dire che la donna non sia stata celebrata, nel tempo, da scrittori, poeti, artisti di tutto il mondo. Dante affermava che “il primo a scrivere poesie in italiano lo aveva fatto per farsi capire da una donna alla quale voleva dichiarare il proprio amore, dal momento che le donne non conoscevano il latino”(Annalisa Andreoni- Ama l’Italiano). Si riferiva al notaio Giacomo da Lentini. Limitandoci alla sola letteratura italiana, si trovano mille tributi alla bellezza e all’amore per la donna, a cominciare dai poeti delle Scuola siciliana, come il citato Giacomo da Lentini, seguitando con gli stilnovisti -Guinizelli, Dante, Cavalcanti- per continuare con Petrarca, Boccaccio, etc. fino ai nostri giorni. La donna, in principio, fu celebrata come essere etereo, virtuoso, specchio in terra del divino… ». Così, un lettore sul blog de L’espresso curato da Stefania Rossini.
Forse molte donne avrebbero preferito, preferirebbero essere meno celebrate e più rispettate. Trascrivo alcuni versi tratti dalla Bibbia:
“Una donna perfetta chi potrà trovarla? Ben superiore alle perle è il suo valore. Essa gli dà felicità e non dispiacere per tutti i giorni della sua vita… Si fa delle coperte,
di lino e di porpora sono le sue vesti… Fallace è la grazia e vana è la bellezza, ma la donna che teme Dio è da lodare. Datele del frutto delle sue mani e le sue stesse opere la lodino alle porte della città” (Proverbi). “Beato il marito di una donna virtuosa; il numero dei suoi giorni sarà doppio. Una brava moglie è la gioia del marito, questi trascorrerà gli anni in pace… Il sole risplende sulle montagne del Signore, la bellezza di una donna virtuosa adorna la sua casa. Lampada che arde sul candelabro santo, così la bellezza del volto su giusta statura. Colonne d’oro su base d’argento, tali sono gambe graziose su solidi piedi… La bellezza di una donna allieta il volto; e sorpassa ogni desiderio dell’uomo; se vi è poi sulla sua lingua bontà e dolcezza, suo marito non è più uno dei comuni mortali” (Siracide).
E il commento di Henri Daniel – Rops ai versi dei Proverbi: “Quadro stupendo: è bello che Israele l’abbia concepito… anche se non si può fare a meno di rilevare che questo ideale femminile è concepito unicamente in funzione dell’uomo, della sua felicità e della sua prosperità, in funzione degli interessi della famiglia… Sarà uno degli apporti decisivi del messaggio di Gesù la promozione della donna, la sua elevazione al gradi di persona e non più soltanto di madre di numerosa prole, di ottima donna di casa… ” (La vita quotidiana in Palestina, Mondadori, pag. 151). Campa cavallo che l’erba cresce.
Renato Pierri