Le Lettere di Renato Pierri – Quei giornali sequestrati in una biblioteca
Nella bella biblioteca Vaccheria Nardi, del quartiere dove abito a Roma, c’è la possibilità di dare uno sguardo alla maggior parte dei quotidiani nazionali. Guardare i titoli, leggere magari un articolo. Almeno io così faccio, cerco di non “sequestrare” il quotidiano per troppo tempo, giacché mi viene il pensiero che altre persone vogliano leggerlo e stiano aspettando che io lo riporti al suo posto. Non tutti però hanno il mio pensiero. Ci sono alcuni gentili signori che si leggono (almeno così sembra) il giornale da cima a fondo. E va bene, pazienza. Ma questa, la pazienza, si perde quando il lettore che si sprofonda nella lettura del giornale, ne ha sequestrato anche un altro, in modo che dopo che ha finito il primo, possa cominciare indisturbato col secondo, ed è così preso (almeno sembra) dalla lettura, da dimenticare di riportare il primo al suo posto. Qualche lettore ancora più gentile, arriva anche a sequestrarne tre di giornali. Il pensiero che altri vorrebbero leggerli evidentemente non gli sfiora la mente. Oppure se ne rende conto perfettamente e se ne infischia? Sarebbe forse il caso di esporre un avviso con queste parole, ad un dipresso: “Si prega di prendere un giornale alla volta e possibilmente di non tenerlo per troppo tempo, sì da offrire anche ad altri la possibilità di dargli uno sguardo”.
Renato Pierri
Risposta del giornalista che cura la rubrica
La disponibilità di quotidiani in una biblioteca obbedisce proprio a quella funzione da Lei indicata e praticata. Per leggere un giornale da cima a fondo l’unica opzione dovrebbe essere quella di acquistarlo.