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Blog / Una donna nel Vangelo | 29 Dicembre 2019

Lunedì 30 dicembre – Donato

Commento al Vangelo (Lc 2,36-40) del 30 dicembre 2019, VI giorno fra l’Ottava di Natale, di Mauro Leonardi. Chiunque può mandare i suoi brevi commenti, audio o scritti, a [email protected]

C’era una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

Gesù prima di parlare e predicare di amore, l’amore lo ha provato.
Lui è solo il bambino.
Era proprio bambino, non è volato al tempio ma ci è salito in braccio alla madre.
Non ha parlato lui che aveva pochi giorni, o una voce ha squarciato il cielo, ma ha parlato una vedova anziana di 84 anni.
A otto giorni d’età, non è uscito dal tempio già capace di predicare.
La sua fragilità di bambino, di neonato non era una metafora dell’umiltà, di nulla.
Era proprio bambino.
E’ dovuto tornare a casa in braccio ai suoi, crescere.
Ci sono voluti anni perché Gesù iniziasse a parlare e a predicare l’amore.
Gesù, l’amore, prima lo ha provato su di sé.
Poi ce lo ha donato.