Le Lettere di Renato Pierri – Suicidio assistito. Favorevole anche il Padre amorevole
«La morte è parte della vita e non è un passaggio facile per nessuno, caro coordinatore Bellavite, neppure per un cristiano e cattolico. Ho visto persone di grande spiritualità lottare sino alla fine per respirare, le ho viste resistere con umanissima tenacia per “restare”, perché la vita ama la vita. E continuo a costatare che gli uomini e le donne di buona fede e buona volontà sono sempre accanto a chi lotta per la vita. Non a qualunque costo, non con ogni mezzo, non con accanimento irragionevole e irrazionale ma con generosità, dedizione, rispetto. Con modi limpidi e puliti, senza strumentalizzare nessuno per affermare la propria visione. Vorrei che tutti ne fossero capaci sempre, seguendo la propria coscienza, e senza cedere – parlo da credente, ma di qualcosa che capiscono anche i non credenti – alla tentazione di mettersi al posto di Dio» (Avvenire del 16 ottobre). Questo scrive tra l’altro Marco Tarquinio, rispondendo al coordinatore di “Noi siamo Chiesa”.
Lasciamo stare le profonde riflessioni sulla morte e sulla vita (morte parte della vita; la vita ama la vita…), ma che cosa c’entra Dio? In che modo ci si potrebbe mettere al suo posto, giacché non è certo Dio a stabilire come e quando gli uomini muoiono? E’ forse Dio che stabilisce la morte di un bambino ancora nel grembo materno, oppure poco dopo la nascita?
Ad ogni modo, gentile direttore, evidentemente esistono persone non di grande spiritualità e prive di umanissima tenacia, incapaci di resistere per “restare” nonostante la vita ami la vita. Evidentemente l’atleta belga Marieke Vervoort, plurimedagliata nella corsa in carrozzina, affetta sin dall’età di 14 anni di un’incurabile malattia muscolare degenerativa, che l’aveva portata alla paralisi e ad attacchi epilettici, non era di grande spiritualità e non aveva umanissima tenacia. Così va il mondo. E allora, anziché fare tanti discorsi, vogliamo semplicemente e seriamente rispondere alla domanda se sia giusto, umano, dare la possibilità a queste persone di porre termine alle loro sofferenze? La risposta a mio parere è affermativa, e sono certo che il Padre amorevole è d’accordo. Non può essere altrimenti, essendo amorevole.
Renato Pierri