Le Lettere di Luciano Sesta – Amore di nonno
Fra un nonno e un nipote c’è intimità e al tempo stesso distanza. Il nipote, agli occhi del nonno, è pur sempre remotamente legato a lui nel sangue. Questo vincolo, però, è più “lento” di quello che lega il nonno, in qualità di padre, ai propri figli. Affezionandosi al proprio nipote, il nonno ritrova, in forma purificata, il rapporto che ha (avuto) con i propri figli. E poiché, diversamente dall’amore del genitore, l’amore del nonno si rivolge al nipote ben sapendo che, molto probabilmente, non lo vedrà maturare, il nonno “fissa” il proprio amore su un bambino, o un giovane, che, in qualche modo, rimarrà per sempre tale. Una bella pagina di Jean Guitton illustra con efficacia questa peculiarità:
“Un nonno ama meno severamente, con minore orgoglio. Il futuro, sempre più limitato, l’idea che la vita è molto breve e che l’infanzia è l’età in cui si dovrebbe godere di più, i ricordi della giovinezza che verso il declino riaffiorano, forse anche il desiderio di lasciare di sé un’immagine più dolce di quella lasciata ai figli, sempre un po’ più dura per via della severità, tutto cospira per obbligare il nonno alla bontà pura, per cui la sua paternità si accosta a quella di Dio. Questo stato di serenità, d’indifferenza e di luce, è favorevole all’amore, o almeno a quell’amore di compiacimento, di pace e di puro dono che prelude al riposo”
(J. Guitton, Saggio sull’amore umano, Morcelliana, Brescia 1954, p. 136).
Luciano Sesta, sposato e padre di quattro bambini, è docente di Storia e Filosofia nei Licei Statali Insegna Antropologia filosofica e bioetica all’Università di Palermo, ed è stato membro dell’Ufficio della Pastorale della Cultura dell’Arcidiocesi di Palermo. Ha pubblicato numerosi saggi nell’ambito della teologia morale, della bioetica e dell’etica