Martedì 17 settembre – Mauro Leonardi
Commento al Vangelo (Lc 7,11-17) del 17 settembre 2019, martedì della XXIV settimana del Tempo Ordinario
In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre. Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.
Il miracolo do oggi della resurrezione del giovane avviene con il progressivo passaggio da un orizzonte di morte all’individuazione della persona: “unico figlio di una madre vedova” . La restituzione poi del giovane alla madre fa sì che la salvezza di uno significhi per i presenti grazia per tutto il popolo come membra di un solo corpo