Blog / Luciano Sesta | 14 Settembre 2019

Le Lettere di Luciano Sesta – La censura ipocrita (e controproducente) di Facebook

“Le persone e le organizzazioni che diffondono odio o attaccano gli altri sulla base di chi sono non trovano posto su Facebook e Instagram. Candidati e partiti politici, così come tutti gli individui e le organizzazioni presenti su Facebook e Instagram, devono rispettare queste regole, indipendentemente dalla loro ideologia”.

Che tenerezza. Come se fossimo così ingenui da non sapere che queste regole sono applicate selettivamente, e solo quando il dibattito politico lo richiede a vantaggio di alcuni contro altri. Altrimenti sarebbe stata già bloccata, da tempo, la pagina Facebook “Odio la Chiesa” o quella dell'”Armata dei bestemmiatori” (andate a guardarla, quest’ultima, e vi renderete conto da soli), in confronto alle quali le pagine di CasaPound e di Forza Nuova sembrano un modello di gentilezza e di rispetto per il prossimo. Eppure Zuckenberg non lo ha fatto. Una prova, evidente, che dietro la chiusura delle pagine dei movimenti di estrema destra non c’è la preoccupazione di non diffondere odio, ma qualche altro motivo.

Per quanto mi riguarda, sono per la libertà di espressione spinta fino al limite del diritto penale. Sono contrario al paternalismo social che tratta i propri utenti come dei disciplinati balilla del dialogo, privati dell’opportunità di autoregolarsi responsabilmente e di imparare dai propri errori.

È risaputo, del resto, che il modo più maldestro di colpire un’idea è proprio quello di zittirla. Zuckenberg, e tutti coloro che esultano alla sua decisione di chiudere le pagine dei loro avversari politici, avrebbero bisogno di leggere la scultorea pagina di “On Liberty” di John Stuart Mill, in cui si dice che il modo più efficace di colpire un’idea chiaramente sbagliata e aggressiva è lasciarla circolare liberamente, perché solo così si squalificherà da sola e, soprattutto, sarà più evidente, per contrasto, la sua inferiorità rispetto alla buona idea che vogliamo contrapporle. Se invece la censuriamo, le offriamo il miglior servizio, perché non solo dimostriamo di temerla, ma diamo soprattutto occasione a chi la sostiene di presentarsi come una vittima della nostra ingiusta repressione. E poi dicono che la filosofia non ha nulla da insegnarci…

Luciano Sesta, sposato e padre di quattro bambini, è docente di Storia e Filosofia nei Licei Statali Insegna Antropologia filosofica e bioetica all’Università di Palermo, ed è stato membro dell’Ufficio della Pastorale della Cultura dell’Arcidiocesi di Palermo. Ha pubblicato numerosi saggi nell’ambito della teologia morale, della bioetica e dell’etica