Alessandra Bialetti / Blog | 25 Luglio 2019

Le Lettere di Alessandra Bialetti – Signor Presidente Mattarella, ma che Rebibbia le hanno fatto vedere?

Certamente senza cattivi intenzione, nel raccontare la cena di Mattarella a Rebibbia la stampa ha dato un’impressione del carcere molto lontana dalla realtà. Alessandra Bialetti, volontaria a Rebibbia ex art. 17, che spesso ha raccontato al blog le vicende di Rebibbia, ha voluto mandare al blog questa lettera in cui puntualizza molte cose

Allora,

– il nostro Presidente Mattarella è andato martedì scorso a Rebibbia: domenica tutti i detenuti erano al lavoro per ripulire sotto ordine del cerimoniale del governo. Detenuti impiegati senza assicurazioni e nemmeno una bottiglietta d’acqua (don Antonello, uno dei cappellani, ha dovuto provvedere personalmente). L’ipocrisia è che tutto l’anno vivono nel degrado, muri scrostati, sporco ovunque, cose che andrebbero sistemate non in vista di una visita ma per garantire una vita dignitosa
– Visitare per rendersi conto di persona è andare a casa di qualcuno nella sua quotidianità, nella fatica di andare avanti, nel sudore per sbarcare la giornata, nella fragilità che si vive non imbandire la tavola della festa (senza preavviso come faceva Giovanni Paolo II e anche Francesco soprattutto nei primi tempi del suo pontificato)
– I numeri che compaiono sugli articoli rendono chiara la situazione: 55 detenuti impiegati in ditte esterne, 15 inseriti in progetti teatrali, 100 su corsi di alfabetizzazione e studi universitari. Tutto interessante se non fosse di 1600 circa la popolazione carceraria.
– Condizioni di vita e igieniche precarie: tutto campa sul volontariato esterno. Raccolte di prodotti di igiene intima per potersi lavare e tenersi decorosi, mutande e canottiere per affrontare l’emergenza caldo, vestiario per chi arriva senza nulla e con quel poco raccolto in buste nere dell’immondizia
– Un carcere per cui si paga 120 euro al mese per dover poi essere aiutati e sostenuti dall’esterno per il necessario e per chi non paga cartella equitalia
– 72 ore l’anno (6 ore al mese) per poter sentirsi ancora uomini, figli, padri, mariti e compagni: una totale aberrazione che costringe a dimenticarsi la propria umanità per non stare male ancora di più. Relazioni troncate, distrutte e che forse non si recupereranno più (chiaro che i muri imbiancati di fresco sono una totale ipocrisia… sono i famosi sepolcri imbiancati)
– Dai filmati si vedono celle pulitissime, sbarre lucenti, ordine ovunque. D’accordo che dipende dai singoli tenersi in ordine, puliti e a posto ma un sostegno dal sistema carcerario aiuta a prendere consapevolezza del proprio stato di vita e della voglia di riscattarsi
– Le cooperative all’interno del carcere assorbono troppi pochi detenuti, non c’è lavoro per tutti e di conseguenza un piccolo stipendio per potersi pagare la retta mensile ed eventualmente un cibo migliore venduto a caro prezzo
– L’area verde di cui si parla è quello spiazzo davanti alla chiesa grande con qualche gazebo e panchina e un prato marrone e secco. Lì si incontrano (solo di rado perché i colloqui in genere avvengono in salette chiuse con tavoli e sedie bullonati a terra per paura di violenze) con figli, mogli, fratelli e compagni. Si sa i bambini si adattano a tutto ma anche accogliere la famiglia in ambiente decoroso trasmette un messaggio più confortante e positivo, rende famiglia la famiglia già sofferente
– Forse se il nostro Presidente non avesse avvisato (o solo limitatamente a questioni di sicurezza) si sarebbe reso conto della vera situazione. Di quanto il carcere sia solo repressivo e non riabilitativo, sia “depressivo” e non curativo. Giusta la domanda che mi fece un detenuto durante il catechismo per la cresima: “Tu credi che noi possiamo veramente cambiare una volta usciti? E che mondo ci aspetterà se non saranno disposti a credere al nostro cambiamento? Di certo tutto questo dovrebbe cominciare dentro con programmi aperti a tutti puntati sul recupero della dignità e responsabilità personale. Per tutti non solo per pochi eletti che rientrano nei numeri possibili. Questo Mattarella avrebbe dovuto ascoltare… Andare a casa del “malato” quando sta male non quando lo sistemano per la festa…

Vedi Mauro, nel blog facciamo tanto per portare a conoscenza la vera realtà e poi sembriamo dei pazzi visionari quando vengono riportate immagini di un “paradiso”. Dobbiamo continuare a denunciare, con delicatezza, attraverso le loro parole, la loro voce che veramente sta cambiando il mondo fuori nel cuore della gente. Non hai idea quanti riscontri riceviamo dei cambiamenti di pensieri e di cuore dopo la lettura delle lettere, molti ringraziano del percorso di “catechesi” che stanno facendo a contatto con un mondo sconosciuto, molti dicono che trovano il Dio vero dietro le sbarre. Questo è cambiare il mondo non mostrare muri puliti e ben dipinti: muri imbiancati.
E’ utile, secondo me, fare riferimento a tutto il materiale che trovano sul blog che parla di loro.

Voglio pubblicare in un libro tutto questo e girare parrocchie e comunità per “convertire” pensieri e cuori. Anche a costo di autoprodurlo e investire soldi che non ho tanto…. se Dio vorrà, accadrà.