Se “mi” racconto mi conosci – Pesaro. In famiglia c’è una mamma in più e tutto il paese «adotta» la bambina
Fano, auditorium Sant’Arcangelo. Si riuniscono per la prima volta le famiglie coinvolte nei progetti di ‘RefugeesWelcome’, che da quale mese – e non è una sorpresa – hanno registrato una ricchezza di adesioni. Dopo Macerata, nelle Marche questo è il secondo gruppo che va a costituirsi e fa riferimento alla famiglia di Valter Recchia, di Mombaroccio, un paese a pochi chilometri dal centro costiero. Valter, con la moglie Daniela e i figli Thomas e Alice, ospita un giovane rifugiato della Guinea Conakry.
«Lo abbiamo atteso – dice – come si attende un figlio, con desiderio, curiosità e inevitabilmente qualche preoccupazione, legata agli equilibri familiari che vanno a modificarsi, per naturalmente arricchirsi ». Tante le storie marchigiane di accoglienza, anche se adesso gli effetti del decreto Salvini sull’accoglienza potrebbero portare a una riduzione del numero di famiglie (italiane) e ragazzi (stranieri). La storia più commovente riguarda Blessing, ragazza nigeriana accolta da Lucia, che risiede con Francesco a Stella di Monsampolo. Blessing al momento dell’inizio del progetto era incinta di 8 mesi.
È stata accompagnata fino alla nascita di una stupenda bimba, Isabella: «È stato come tornare mamma – commenta Lucia –, un’esperienza molto avvolgente. Il bello è stato avere chiesto e ottenuto aiuto al paese, che ha risposto molto bene; Blessing, alla fine, è stata la figlia di tutti. È arrivata senza niente, c’è stata una gara nel riempirla di vestiti, per lei e la bambina che doveva nascere e per il corredo, dalla carrozzina al passeggino, ai giochi». Il progetto, della durata di sei mesi, è felicemente terminato.
Adesso Blessing con il marito e la loro bimba si sono stabiliti in una casa vicina, assunti da una famiglia di imprenditori rispettivamen-te come colf e giardiniere. «Isabella – spiega felice e commossa Blessing – ha ora quattro nonni, che quasi litigano per coccolarsela». Il nucleo forte di famiglie per l’accoglienza é comunque Macerata, dove risiede il gruppo fondatore marchigiano di Rw: ne é responsabile Annalisa Ubertoni, che pochi giorni fa ha ottenuto uno dei solenni riconoscimenti del Presidente della Repubblica proprio per la disponibilità ad aiutare i giovani rifugiati. Un riconoscimento che Annalisa vuole condividere con Euro, il marito, e non solo: «Va a tutto il gruppo, che sta lavorando molto bene e offre un segnale che dovrebbe essere normale, ma che in questa stagione risulta decisamente controcorrente».
Tra i progetti di ‘Refugees Welcome’ in corso, anche quello di Vittorio e Maria Giovanna a Chiesa Nuova di Treia, che ospitano da alcuni mesi Daniel, un ragazzo ivoriano attualmente alla ricerca di occupazione. «Il nostro prossimo obiettivo – annuncia Valter Recchia – è far partire il gruppo in provincia di Ancona. Abbiamo molte famiglie disponibili, anche se non tutte hanno la possibilità di offrire direttamente accoglienza. Ma abbiamo spiegato che si può essere accoglienti in tanti modi, non solo offrendo una casa e una famiglia di riferimento, anche sostenendo alcuni servizi di cui la famiglia ospitante ha inevitabilmente bisogno: per esempio accompagnare a scuola o all’università o al lavoro il giovane in carico.
Tratto da Avvenire