Secolo d’Italia – Per Obama e Hillary “cristiano” è quasi una parolaccia, da epurare nei tweet sullo Sri Lanka
A seguito dell’eco avuto per l’articolo di Agi, condividiamo sul blog questo articolo per la categoria Rassegna Stampa
Si discute molto in queste ore, sui social e sulle prime pagine, dei diversi atteggiamenti che l’Occidente ha avuto rispetto al rogo di Notre Dame e alla strage di cristiani a Pasqua nelle chiese dello Sri Lanka.
Due pesi e due misure, è vero. Come se il fuoco nel cuore di Parigi, in una cattedrale famosa in tutto il mondo, rappresentasse una ferita quasi più ampia di quei morti innocenti caduti nel giorno in cui si festeggia la Resurrezione di Cristo.
E’ un quadro sconfortante causato dal vento della progressiva laicizzazione del linguaggio e della società che mira ad espellere il fattore “sacro” dalle coscienze a cominciare dalla forza evocativa delle parole. Non in pochi infatti hanno notato che su Twitter due illustri rappresentanti del pensiero liberal, l’ex presidente Usa Obama e Hillary Clinton, esprimendo cordoglio per gli attentati dello Sri Lanka hanno evitato accuratamente di usare la parola “cristiani” preferendo l’insipida perifrasi di “adoratori della Pasqua” o meglio “fedeli che stavano celebrando la Pasqua” (Easter worshippers). In pratica avrebbero potuto dire “cristiani” ma hanno scelto di non farlo.
E’ stato un imam israeliano, Mohamad Tawhid, a notare il riferimento algido e freddo ai cristiani nei due tweet dello scandalo. Non è un particolare di poca importanza. Come nota Mauro Leonardi in un’analisi su Agi.it, infatti, “mentre alcuni musulmani fanno strage di cristiani perché li ritengono in una tale continuità con la loro storia da reputarli colpevoli delle crociate, chi governa il mondo ora, mentre chiama gli adoratori di Allah “musulmani”, descrive i cristiani solo come frequentatori di templi senza ritenere neppure meritevole delle loro scelte dare nome alla loro Fede e ciò perfino quando dare il culto della propria Fede li ha portati ad essere vittime di una strage. Perché fa così? Evidentemente perché teme che i musulmani da cui spera di raccogliere i voti si infastidiscano anche solo a sentire che venga fatto il nome di “cristiano” e per ciò preferisce usare un giro di parole”.
La morale che si desume da tutto ciò è assai triste: la parola musulmani è lecita, la parola cristiani sta diventando tabù, quasi una parolaccia che va ad “inquinare” la narrazione globale politicamente corretta.