Blog / Nicola Sparvieri | 08 Aprile 2019

Le Lettere di Nicola Sparvieri – Il Singolo individuo e lo Scale Up

È molto utile capire l’ambito nel quale è richiesto che si attuino i dettami evangelici che sono rivolti ai discepoli di Cristo. È evidente che quella incredibile irruzione nella storia umana dei tre anni della vita pubblica di Gesù di Nazareth, fatta di un misto di comunicazioni verbali parzialmente riportate dagli evangelisti e azioni concrete di miracoli e del definitivo sacrificio personale di Cristo culminato nella Resurrezione, conteneva la missione di liberazione dell’Umanità operata dal Padre attraverso il Figlio.

In definitiva la natura del messaggio, che sicuramente era rivolto alla Umanità nel suo insieme, era tuttavia finalizzato a provocare una reazione efficace nell’ambito della singola persona. L’idea stessa di conversione riguarda il progetto personale di vita di ciascun discepolo che viene messo in crisi da una proposta che è “totalmente altro” rispetto alla usuale naturale inclinazione al comportamento di ciascuno, e che promette, una volta che sia accettata non solo in linea di principio ma anche con una concreta compromissione personale, non solo la vera soddisfazione nella vita ma anche la vittoria definitiva sulla nostra mortalità.

Questo semplice meccanismo di liberazione si è mostrato incredibilmente efficace consentendo nel giro di poco tempo la diffusione del cristianesimo in tutto il mondo conosciuto e l’inizio di una graduale trasformazione delle coscienze individuali che, poco a poco, hanno trasformato anche i popoli, fino a che con l’Editto di Tessalonica del 380 DC,l’Impero Romano è diventato Cristiano. Da qui sono nati numerosi problemi come ad esempio quello di essere un cristiano nella sfera personale e contemporaneamente essere il gestore di una complessa struttura sociale ed economica chiamata anch’essa cristiana, ma che evidentemente per dimensioni e finalità non può essere un semplice “scale up” di quello che accade a livello personale. Vedi ad esempio qui.

È precisamente in questo snodo appena descritto che avvengono i più incredibili malintesi tra chi semplicisticamente vuole uno stato che si basi su principi evangelici e chi, più correttamente, lascia che il cristianesimo cambi il “cuore” dell’Uomo per poi naturalmente veder cambiare i popoli senza voler “opelegis” applicare principi teocratici alla Società che per sua natura è e deve rimanere laica.

Nella cronaca attuale ci sono esempi che fanno rimanere davvero di stucco. Il problema dei migranti con le varie sfaccettature sulla clandestinità e apertura o chiusura delle frontiere e i richiami all’accoglienza e alla fratellanza ecc., ecc., al di là della grancassa mediatica elettorale, offre lo spunto a seguire il fenomeno dello “scale up” tra il valore evangelico dell’accoglienza del diverso a livello personale e questi stessi valori considerati a livello di Stato.

Chi ha iniziato un processo di conversione che lo vede affascinato a provarsi sull’apertura al diverso rinunciando ai suoi beni personali (non a quelli di altri) per verificare che dare è meglio che ricevere, sa che questo è un processo spontaneo, che ha i suoi tempi e i suoi modi di realizzarsi. Una volte sperimentata l’immensa ricchezza di questa scoperta egli sa che deve comunicarla ad altri e sforzarsi di descrivere il vantaggio permanente che ne deriva sia sul piano personale che su quello sociale e di convivenza tra gli uomini. Quindi chi ha fatto questa esperienza fa bene a continuare a farla e a descriverla come vantaggiosa a chi non la fa ancora. Altra cosa è chi, forse non facendo nulla di tutto questo, rivendica la necessità che lo Stato sia “accogliente” utilizzando risorse pubbliche. Intendiamoci bene: fa bene a reclamarlo ma abbia ben presente che per cambiare il “cuore” di chi non la pensa come te è più efficace l’esempio e poi, certamente, votiamo e vinca la maggioranza.

Vorrei tornare a descrivere altri argomenti evangelici in cui il meccanismo di “scale up” manifesta la sua inconsistenza. Prendiamo come esempio l’invito evangelico al giovane ricco a vendere tutti i beni e il ricavato darlo ai poveri (Mc 10, 16-30). È ovvio che i beni in questione devono essere personali. Non avrebbe alcun senso che si vendano i beni di un altro di cui non si può liberamente disporre (da qui si vede, come corollario, la opportunità che esista la proprietà privata).

È evidente che questo invito va visto in chiave di progressione in un cammino personale di Fede (cioè di graduale aumento di fiducia nel rapporto con Dio). Il senso è che si cominci a poter pensare che non tutto quello che conta nella vita sia legato al fatto di avere dei beni e che esiste anche una Provvidenza. Non avrebbe alcun senso che questo comportamento fosse scalato a livello di Stato (non si pensi al Welfare che è una ridistribuzione di ricchezze in seno allo stesso Stato e non uno spogliarsi dei beni).

Per finire consideriamo il cuore del Messaggio Evangelico e cioè il Discorso della Montagna nel quale viene rivelato in tutta la sua potenza che per essere cristiano è necessario amare i propri nemici e dare la vita per loro. L’affascinante scoperta di un senso profondo in questo apparente non senso fa iniziare il percorso di Rinnovamento Personale cioè di Conversione.

Come si può pensare di poter scalare questo concetto a livello di Stato nel quale uno dei perni fondanti è il concetto di Difesa Nazionale e di Sicurezza del Cittadino e nel quale vige il principio giuridico, da tutti riconosciuto come sacrosanto, dello Stato di Diritto?

Mi sembra chiaro che se una “contaminazione” ci debba essere tra la conversione del cittadino come persona singola e lo Stato Laico nel suo complesso, questa debba avvenire solo veicolandola su base personale e applicando il principio per il quale i grandi cambiamenti avvengono come somma di tanti piccoli cambiamenti elementari. Ogni altro veicolo si scelga non è solo inefficace ma anche errato.

 

 

Nicola Sparvieri (Roma, 1959), sposato, nove figli, vive e lavora a Roma. Laurea in Fisica. Per interesse ed esperienze personali segue le vicende del cattolicesimo nelle sue relazioni con la Scienza e la Società. Ha un blog