Giovedì 4 aprile – Mauro Leonardi

Commento al Vangelo (Gv 5,31-47) del 4 aprile 2019, Giovedì della IV settimana di Quaresima, di Mauro Leonardi. Chiunque può mandare i suoi brevi commenti al vangelo, audio o scritti, a [email protected]

In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera. Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce. Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato. Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita. Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio? Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?».

Come Giovanni Battista non ha testimoniato sé stesso ma Gesù, così Gesù testimonia il Padre, ne è il volto, le mani, il cuore e tutto ciò che compie lo fa per la salvezza degli uomini. Se riconosciamo in Gesù il volto di Dio allora la Parola, che è Gesù stesso, fa frutto nel nostro cuore: altrimenti è inutile scrutare le scritture come Erode ai tempi della nascita di Cristo o nel momento in cui credeva che Gesù fosse il Battista risorto. A nulla vale l’erudizione teologica, la memoria letterale della parola, se questa non è diventata linfa della nostra vita, della nostra preghiera, esigenza d’amore, desiderio di incontrare Gesù.