Le Lettere di Luciano Sesta – A proposito del congresso di Verona
Che noia questa demonizzazione reciproca. Tutti impegnati ad assecondare l’automatismo di azione e reazione tipico di questi dibattiti, senza che ci sia nessuno, dico nessuno, che provi a ragionare sul merito dei problemi.
Ai critici della famiglia tradizionale direi di non farsi impressionare troppo dal fanatismo di alcune sparate, e di provare, una volta tanto, a non gettare via con l’acqua sporca (del fanatismo) anche il bambino (e cioè alcune ragionevoli rivendicazioni a favore della famiglia).
Ai supporter della famiglia, invece, proporrei, se posso permettermi, di evitare di demonizzare gli interlocutori, cercando piuttosto di giocare sul loro stesso terreno, che è quello del rispetto della persona e dei suoi diritti. Riconoscendo la parte di verità che è contenuta nelle loro rivendicazioni, peraltro, si metteranno i propri interlocutori nelle migliori condizioni per ragionare insieme sui problemi. Diversamente, si continuerà infantilmente, da un lato e dall’altro, a lanciarsi scomuniche reciproche.
Vedo, poi, molto narcisismo family-friendly: famiglie numerose che si autoesibiscono come modello del futuro, contro le deformazioni rappresentante dalle nuove famiglie gay ecc. Visto che anche io rappresento una famiglia “tradizionale”, mi permetto una contro-testimonianza, a rischio di essere accusato a mia volta di narcisismo liberal-friendly. Io ho quattro figli, non sono divorziato, mi addoloro ogni volta che una donna è costretta a risolvere i propri problemi ricorrendo all’aborto, sono per le cure palliative prima ancora che per l’eutanasia, ma capisco che alcune persone possano fare queste scelte, e che lo Stato, pur cercando di prevenirle, in alcuni casi non può evitarle ma solo regolamentarle. Inoltre rispetto le scelte delle persone omosessuali di convivere liberamente in uno stato civile, pur avendo serie perplessità, ma senza isterismi, sulla maternità surrogata.
Si può? Oppure devo essere necessariamente o un bigotto reazionario e familista nemico dei diritti dei gay, delle donne e dei migranti, da un lato, o un liberale radicale abortista, pro-eutanasia e no-global dall’altro lato? Come diceva già Adorno, di fronte a chi ti dice “qui bianco, qui nero. Cosa scegli?”, la vera libertà consiste non nell’aderire a una delle due opzioni, ma nel sottrarsi a questa alternativa preconfezionata. Io sono A FAVORE della famiglia tradizionale SENZA ESSERE CONTRO molte delle rivendicazioni delle famiglie non tradizionali. Spero che sia consentito. Forse è anche una posizione più attenta alle sfumature e alla complessità di questioni vitali sempre più ostaggio di un atteggiamento di tifo da stadio, e sulle quali dovremmo invece tornare a riflettere con maggior rispetto e pacatezza.
Luciano Sesta, sposato e padre di quattro bambini, è docente di Storia e Filosofia nei Licei Statali Insegna Antropologia filosofica e bioetica all’Università di Palermo, ed è stato membro dell’Ufficio della Pastorale della Cultura dell’Arcidiocesi di Palermo. Ha pubblicato numerosi saggi nell’ambito della teologia morale, della bioetica e dell’etica