Repubblica.it – “A 10 anni ha fatto uscire dal silenzio la compagna di classe disabile”, la storia di Rebecca commuove Mattarella
Alessandra segnala questo articolo per la rubrica Buone Nuove, introducendolo così:
Non c’è niente di più naturale, per Rebecca: aiutare chi è in difficoltà. Un gesto semplice, per lei bambina, che per gli adulti è diventato straordinario. E così Rebecca Maria Abate è una dei 29 alfieri nominati dal presidente della Repubblica Sergio Matterella, distintisi come “costruttori di comunità”. Il motivo? “L’aiuto che è riuscita a dare a una compagna di scuola con grave disabilità ha consentito a questa di uscire dal silenzio e di aprire una comunicazione con l’intera classe”, si legge nella scheda ufficiale del Quirinale.
E ancora: “Grazie alla sua sensibilità e al suo affetto è riuscita a interpretare e comprendere i pochi segnali dell’amica, creando in questo modo nella classe un ambiente più aperto e inclusivo, dove la diversità è divenuta occasione di crescita per tutti”. Rebecca Maria Abate ha 10 anni ed è la più giovane dei 29 alfieri, e dietro la sua spontaneità c’è una storia bellissima, che va avanti da anni.
La racconta il papà Stefano: “Rebecca e la sua amica si conoscono da quando erano piccole, hanno frequentato la stessa classe dalla seconda alla quinta elementare. E da quando aveva sei anni Rebecca ha creato un ponte fra lei e il resto della comunità scolastica: accudiva la sua compagna, mangiava con lei”.
Per Rebecca era istintivo: quando vedeva la sua compagna in difficoltà si alzava dal suo banco e andava da lei, le puliva le labbra, la aiutava a mangiare e pian piano anche a comunicare. Nonostante ci fosse l’insegnate di sostegno, nonostante all’inizio i docenti tentassero di bloccarla dicendole di stare seduta al suo posto. La sua piccola ribellione è diventata la prassi: nessuno poteva vietare quell’avvicinamento, e i docenti stessi si sono resi conto del legame che si era creato fra le due bimbe, tanto da segnalarlo al preside, che a sua volta l’ha fatto presente al presidente della Repubblica.
“Fra loro due si era creata subito simpatia – ricorda Stefano – la sua amica la riconosceva, e nonostante fosse aiutata a scuola, preferiva sempre la vicinanza della sua coetanea”. Ora Rebecca è passata alle scuole medie, la sua amica è rimasta alle elementari ma il rapporto non si è interrotto: “Quando possono si vedono, accompagno spesso mia figlia dalla sua amica”. E anzi, Rebecca ha fatto di più: oltre a quei quattro anni insieme, ha fatto in modo che le sue amichette storiche, quelle che si porta avanti dalla scuola materna, conoscessero l’altra. “Per gli adulti è un gesto straordinario – continua papà Stefano – per Rebecca è stato naturale entrare in contatto con lei e capirla”.
Ha aperto la sua amica al mondo, Rebecca, aveva le chiavi giuste. Il 13 marzo sarà al Quirinale con gli altri premiati, per ora non si rende conto dell’importanza del riconoscimento: “Non riesce a focalizzare, il rapporto che ha con i media non è quello di un adulto. Ha notato il clamore, ma continua a fare la sua vita”. La scuola, dove i risultati sono ottimi, poi il nuoto e il pianoforte. La famiglia e il fratello più piccolo – “speriamo di poter andare tutti con lei a Roma a marzo” – le uscite nei campi con il padre, che è agronomo e ora si chiede se magari è stato proprio il contatto con la natura e con chi lavora in agricoltura a rendere sua figlia così aperta, serena e sensibile. Ovviamente l’amica c’è sempre. Come l’hanno presa, i genitori della bambina che lei ha aiutato per tanti anni? “Ci hanno ringraziato, si sentono lusingati – continua Stefano – anche perché sono di origine marocchina, e in una realtà piccola come quella di Lucera non è sempre facile integrarsi”.