Martedì 26 febbraio – Mauro Leonardi
Commento al Vangelo (Mc 9,30-37) del 26 febbraio 2019, Martedì della VII settimana del Tempo Ordinario, di Mauro Leonardi. Chiunque può mandare i suoi brevi commenti al vangelo, audio o scritti, a [email protected]
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».
Gesù, dopo la Resurrezione, ci attende in Galilea ma in vita l’ha attraversata con noi suoi discepoli. La Galilea, che è il luogo della battaglia della vita, viene traversata con Gesù, che si carica sulle spalle i dolori del mondo, i nostri ridicoli desideri di primato e ci mostra che essere re significa servire e farsi piccoli come un bambino dinnanzi al Padre