Le Lettere di Maddalena – Devi essere certa che il Signore ti ama pazzamente
Due anni fa scrissi questa lettera a una cara amica, che sarebbe mancata nel giro di due settimane. Mancano pochi giorni al suo anniversario … Devi essere certa che il Signore ti ama pazzamente”. Questa è la frase che mi frulla in testa da giorni, da che me la sono sentita dire da un Santo vero. E si sa, la mente non si ferma, e neanche il cuore. Così, tra un letto da rifare e una cameretta da riordinare, con le cuffiette attaccate al telefono, ieri ascoltavo una canzone dei miei tempi, e per la prima volta mi sono immaginata che fosse il Signore a parlarmi, che fosse il Signore a dirmi “…ti proteggerò, dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via; dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai; (…) perché sei un essere speciale, ed io ….avrò cura di te…” Con questa certezza, oggi sono venuta da te, amica…. Ti avevo vista giorni fa, eravamo sedute vicine in pizzeria. I nostri bambini giocavano. Erano mesi che non avevo incrociato il tuo sguardo. Ti ho vista sofferente, dolorante, evidenti i segni della malattia contro cui combatti come una leonessa da anni. E poi la notizia. Il tuo ex marito, con un male incurabile, terminale. Anche lui! Ho guardato tuo figlio. Si sa, siamo mamme. Siamo visceralmente mamme, noi. Il bambino! Ha sei anni! Ha solo sei anni….. Mentre uscivamo dalla pizzeria (zoppicavi) mi hai detto: “Non posso permettermi di cadere. Per le metastasi, non posso permettermi di rompermi un osso. L’altra sera sono caduta. Ma la mia mamma, che è in Cielo, mi ha tenuto per i pochi capelli che mi sono rimasti, e non mi sono fatta niente”. Amica, te lo ho scritto la sera dopo: “un fiume di preghiere è partito per te”. Mi hai risposto: “Grazie, ne ho bisogno. Hanno ricoverato Giovanni per insufficienza respiratoria”. Oggi ti ho rivisto , al funerale di Giovanni. E’ passata solo una settimana, dalla pizzeria. E oggi avevi il bastone. Non l’avevi, qualche giorno fa. Prima di recarci in Chiesa, eri nella camera ardente, seduta di fianco a lui. Tu eri lì. Eravate separati, ma hai fatto la moglie, fino alla fine. Lo hai assistito in ospedale, sei stata con lui, nonostante i dolori, la stanchezza, le notti insonni, impossibilitata a prendere antidolorifici per non perdere la lucidità, per poter coccolare il tuo bimbo. E oggi…Eri lì. Che bella che eri! Abbiamo parlato. Hai sorriso, e hai detto pure una parolaccia. Sì, l’hai detta. Viva le parolacce! Poi siamo andati in Chiesa. Avevi un sorriso per tutti. Sorrisi tra le lacrime, le tue, e quelle degli altri. Tu sorridevi. Hai percorso la navata della Chiesa, con la tua camminata sofferente. I tuoi dolori erano palpabili. Lo sguardo velato dal pianto. E una dignità…soprannaturale. Grazie, amica. Grazie, per quello che mi hai dato oggi. Lo sai? In tutto quel dolore, inchiodata ad una croce gigantesca, tu …non eri sola. C’era Qualcuno con te, ne sono certa. Per come tenevi per mano il tuo bimbo, per come camminavi. Tutti quelli che erano lì piangevano, e mi sono chiesta se anche gli altri stessero vedendo quello che stavo vedendo io. Tu non eri sola, non sei sola! Lasciamo perdere la quantità impressionante di persone presenti. Non mi riferisco a quello, no. “…perché sei un essere speciale….ed io…avrò cura di te”. La canzone…. Emanavi luce, amica. Che mistero, il dolore. Non te lo toglie il Signore. No, non te lo toglie. Ma…ha cura di te, ti protegge, in qualche modo. Non chiedermi come, non so. Ti sta amando oltre misura, però. E mi chiedo se quelle lacrime che ho visto sul tuo viso…non fossero le Sue.
Maddalena Fabbri è nata a Milano, il 5 settembre 1971. È sposata e ha tre figli. Laureata in giurisprudenza, ha svolto la pratica professionale per poco tempo. Ha preferito iscriversi all’albo delle “mamme”. Vive a Milano.