Blog / Renato Pierri | 26 Gennaio 2019

Le Lettere di Renato Pierri – La recensione di Moreno Burattini di “Nostra Signora di Lourdes”

Solo oggi, a distanza di quasi quattro anni leggo su internet (viva internet!) questa bella, accurata recensione di un mio libro, scritta dal noto fumettista Moreno Burattini. L’unica cosa non sottolineata a sufficienza dal bravo fumettista è che le “prove” di Renato Pierri si basano sul Vangelo. Per il resto tanto di cappello, e grazie ovviamente, sebbene con qualche anno di ritardo.

Ho letto “Nostra Signora di Lourdes”, di Renato Pierri (Mind Edizioni, 2012, 180 pagine, brossurato, 16 euro). La chiave di lettura di questo inquietante e controverso saggio si racchiude in queste parole dell’autore: “Ho scritto questo libro perché sono persuaso che credere nelle apparizioni della Madonna faccia molto male all’autentica spiritualità”. Lo credo anch’io, che allargo la convinzione anche a tutta la casistica miracolosa, frutto a mio avviso di retaggi ancestrali sui cui, più che la teologia, dovrebbero indagare la psicologia e l’antropologia culturale. Con Pierri comunque concorda anche il teologo Vito Mancuso, citato nel testo, che scrive: “A chi intende conciliare l’amore per il Cielo con l’amore per la terra non servono né interessano i miracoli: non parliamo neppure di apparizioni, messaggi segreti, statuette che piangono, case che volano, eccetera”. Stabilito questo, si può poi discutere se “Nostra Signora di Lourdes” (il cui significativo sottotitolo è “La Madonna che non conosceva il Vangelo”) riesca o non riesca a dimostrare l’inconsistenza delle apparizioni della Vergine alla quattordicenne Bernadette Soubirous ripetutesi nel 1858 per diciotto volte. Pierri porta le sue prove, altri porteranno le loro. Poi ognuno vorrà credere a queste o a quelle e negare le altre. Tuttavia resta il dato di fatto della discutibilità degli eventi su cui si è incardinato uno dei più grossi fenomeni religiosi di massa in ambito cattolico, quello del Santuario di Lourdes, luogo dove accorrono ogni anno, da oltre centocinquant’anni, milioni di fedeli. Il saggista (genovese del 1936), studioso di scienze religiose e insegnante di religione, ricostruisce una minuziosa e documentata biografia di Bernadette (sempre citando le sue fonti) e dimostra simpatia e quasi affetto per la ragazza, descritta come molto bella e piena di doti, ma che tuttavia sarebbe rimasta vittima di un meccanismo più grande di lei. La macchina di pellegrinaggi di Lourdes si basa soltanto sulle sue parole, quelle raccolte al momento dei fatti, perché poi, in seguito, la ragazza (divenuta suora) non fu più in grado di ripetere il racconto dei fatti, trincerandosi dietro un “non ricordo”. Anzi, a un certo punto, disse a Monsignor Bourget (che lo scrisse): “E’ già passato tanto tempo da quando questa cose sono successo, non me ne ricordo più, non desidero parlarne troppo, perché, Dio mio, se mi fossi ingannata!”. Bernadette, inizialmente, non disse di aver visto la Madonna, ma una ragazza, una “piccola signorina” (“damisèle”), che lei, nel suo dialetto occitano, definì “Aquerò” (“quella cosa”). Altri le suggerirono che fossero la Vergine. Una Vergine molto strana, che parlava poco (diversamente da quella, più sinistra, di Fatima) ma che diceva cose inconsistenti, quelle che, appunto, potevano venire in mente a gente del popolino abituata a immagini stereotipate e a formule da prediche di campagna. Inviti a una generica penitenza per salvare i peccatori (non per scontare i propri peccati, ma quelli degli altri: qualcosa di illogico), ordini di mangiare erba e bere acqua sporca (le classiche punizioni inflitte in quel tempo e in quel luogo ai bambini disubbidenti), la richiesta di una processione e della costruzione di una cappella (cioè quel che Bernadette sentiva desiderare dalla gente che si radunava dietro a lei), e via dicendo. Fino alla discutibilissima autodefinizione della Madonna (ovviamente udita solo da Bernadette) “Io sono l’Immacolata Concezione”, interpretata a suggello di un altrettanto discutibile dogma di fede da poco imposto dalla Chiesa (casomai la Vergine avrebbe dovuto dire di essere “quella concepita immacolata”), secondo il quale tutti i bambini nascono con il peccato originale (qualcosa di molto triste da credere) ma Maria no, fu preservata perché Gesù potesse incarnarsi in un grembo appunto immacolato (tutte cose che nel Vangelo non ci sono). Secondo Pierri, una volta raccontata la prima visione (che probabilmente davvero avvenne, come tanti fenomeni psicologici studiati dalla letteratura medica psichiatrica) si innescò un meccanismo per cui la gente accorsa sempre più numerosa a vedere la veggente recitare il rosario volle, fortissimamente volle, che davvero a Lourdes fosse apparsa la Madonna. Il ritratto psicologico di Bernadette fornito da Pierri serve a giustificare la sua incapacità di sottrarsi a ciò che ci si attendeva da lei. Si può essere d’accordo o non d’accordo, ma la questione è senza dubbio interessante.

Moreno “Zagor” Burattini