Blog / Valentina Grimaldi | 10 Gennaio 2019

Le Lettere di Valentina Grimaldi – Basta con l’odio, è il momento di invertire la tendenza

Caro don Mauro,

mi rivolgo a te come principale interlocutore, ma naturalmente vorrei che un po’ tutti gli “attori” di questo blog mi inviassero una risposta.

In questi ultimi mesi più che in altri mi è capitato di viaggiare in Italia ed in Europa ed in più di un’occasione non ho potuto non notare come la gente in Italia, ma a Roma in particolare, sia diventata più aggressiva, più rabbiosa, più impaziente e disinteressata all’altro rispetto a tante altre persone che incontro nel resto d’Europa, che pur in crisi mantengono comunque un rispetto del prossimo che noi sembriamo aver dimenticato. Noto questo nella quotidianità più banale, quando faccio la spesa ed il cassiere sbuffa se impiego 5 secondi in più a tirare fuori il portafogli o dal benzinaio se non riparto a razzo dopo aver fatto benzina, come se tutti potessero finalmente vomitare fuori una rabbia repressa da decenni per tante ingiustizie subite, ognuno nel proprio piccolo mondo. L’aggressività sia fisica che verbale ormai è stata totalmente accettata, la gente comune finalmente può tirar fuori tutto il rancore accumulato contro una società fatta di privilegi dai quali molti si sono sentiti  esclusi, tutti ora sentono di avere dei diritti da difendere, ma i doveri sono solo di chi ci ha preceduto come generazione o come politica. Bisogna riformare tutto perché tutti devono avere pari opportunità di espressione, ma non si dialoga si attacca, una volta si diceva “la miglior difesa è l’attacco” e questo mi sembra proprio lo slogan del momento.

La nostra classe politica, nuova senz’altro nelle maniere, si esprime con un linguaggio “molto diretto” e maleducato, così finalmente il famoso incomprensibile politichese è stato sostituito da un più informale “Me ne frego o al diavolo… “, “Noi andiamo dritti per la nostra strada…”, “Gli italiani innanzitutto…”, “Il popolo al governo…”, con insulti verbali senza precedenti in dibattiti che dovrebbero essere “civili” confronti fra persone. Un’eterna campagna elettorale dove calpestare i diritti di alcuni a vantaggio di altri non è più un reato, dove le soluzioni semplicistiche a problemi complessi vengono cavalcate con furore per essere poi smentite o dimenticate poche settimane dopo, mentre le soluzioni complesse a problemi complessi vengono rinnegate perché sono quasi  sempre impopolari implicando attesa, lavoro silenzioso, studio, collaborazione, progettualità tutti requisiti non in linea con lo stile di vita mordi e fuggi che viene proposto.

Al di là del proprio credo politico è la modalità di relazione aggressiva e violenta che quotidianamente ci viene proposta in televisione, sui social e ovunque ci sia un pubblico, che arreca più danno alle persone, perché slatentizza l’aggressività repressa di molti che prima la disapprovazione comune teneva nascosta.

Questo lento processo di imbarbarimento purtroppo è iniziato diversi anni fa, quando abbiamo cominciato a svalutare la scuola, l’educazione, la formazione professionale, l’etica professionale e la morale a vantaggio di una disregolazione totale che pian piano ha investito tutti gli ambiti umani e sociali.

Cosa ha prodotto in Italia questa deriva ideologica e sociale?

Secondo me ha fatto emergere un paese pieno di odio, che finalmente non deve più nascondersi e può arrabbiarsi quanto vuole e con chi vuole senza più limiti, non esistendo più una condanna sociale a frenare le spinte impulsive ed irrazionali di ognuno.

In questo momento purtroppo gli adulti sono adolescenti, che attaccano qualunque forma di tolleranza ed integrazione, che cercano i problemi sempre al di fuori di sé (mai dentro) instabili e capricciosi.

Ed i giovani veri? Quelli anagraficamente adolescenti come recepiscono questo modello?

Sono sempre più disorientati e soli, perché privati delle regole, all’adolescente la regola serve molto più di quanto si creda perché è il punto fermo e molti adolescenti oggi non hanno punti fermi, gli adulti che dovrebbero contenerli e guidarli nel loro momento di massima confusione sono insicuri  o deleganti e la solitudine di tanti ragazzi è veramente terribile!!!

Per non parlare poi della sfiducia che spesso trasmettiamo loro, che per un giovane che si affaccia alla vita è veramente castrante. In questo modo la rabbia fisiologica dell’adolescente cresce senza un argine e per i più sfortunati purtroppo l’unico modello di riferimento che hanno è questa dilagante cultura dell’odio, che si esprime quotidianamente nell’intolleranza dell’altro, del diverso, ma anche della frustrazione, che insieme alla parola sacrificio non sono più “pensabili” , dove per pensabili intendo non contenibili (incassabili) senza il rischio che la fragile personalità di quell’individuo vada in pezzi.

L’elite (così definita da molti, con disprezzo malcelato, quella parte di Italia colta, che legge, che si fa domande) non fa niente o quasi è sgomenta e totalmente spaesata, se non per sporadiche iniziative di protesta e “il silenzio arrendevole delle elite” è veramente drammatico.

L’attuale sistema che vuole distruggere il vecchio al momento non costruisce un nuovo, non propone. Le grandi ideologie sono tramontate e la storia è completamente dimenticata e questo è molto pericoloso. I corsi e ricorsi storici non sono miti, ma realtà. A guardar bene sembra di essere nella Francia della Rivoluzione francese quando la giusta rivolta contro la monarchia tiranna sfociò poi nel periodo del Terrore o più di recente quando gli antisemiti nazisti parlavano di razza ariana e “gli intellettuali” non ne compresero il rischio reale finché non li videro marciare per le piazze.

Prima d’ora mi sono sempre interessata marginalmente di politica, ma oggi mi sento molto coinvolta. Sento la democrazia e lo stato di diritto minacciati da una valanga di odio insensato e strumentalizzato.

Le persone sono scontente perché per decenni si è dimenticato l’essere umano a vantaggio del consumo, dei mercati, di politiche che hanno illuso la gente che lo smartphone nuovo o il frigorifero di ultima generazione o l’hamburger potessero sostituire la relazione umana ed il calore degli affetti.

La natalità italiana è ai minimi storici perché il figlio non è più il frutto dell’amore tra due persone, pertanto biondo, bruno, basso o alto è sempre tuo figlio, ma al contrario è l’espressione narcisista della coppia o del singolo individuo, pertanto DEVE essere bello, intelligente, alto, magro, parlare 8 lingue a 4 anni e andare a scuola già a 6 mesi! Deve rispecchiare i desideri dei genitori e soddisfare il loro bisogno di apparire. I bambini oggi sembrano il centro delle famiglie, ma non lo sono per niente, perché non curiamo i bisogni dei bambini ed il loro diritto ad essere bambini, ma alimentiamo il narcisismo di una società vuota di contenuti e di emozioni.

Potrei continuare purtroppo ancora a lungo, ma voglio concludere.

Perché ho scritto questa lettera?

Perché dobbiamo fare qualcosa e la prima cosa da fare è combattere questo odio dilagante con le esperienze di amore, con il bello che ancora c’è e che non deve essere ignorato, ma come possiamo fare? Io credo per prima cosa aumentando la diffusione di buone notizie, perché in tutto questo clima generale tanta brava gente continua ad esistere a vivere e lavorare con amore, dobbiamo dar loro voce, farli uscire allo scoperto.

Purtroppo viene fatto molto terrorismo mediatico e la gente “ha paura dell’altro” , ma noi dobbiamo promuovere l’amore proprio come antidoto all’odio.

L’informazione viaggia sempre più sul web, dove tra false notizie, insulti, selfie, la realtà dei problemi non viene fotografata nella sua complessità, ma banalizzata e semplificata alimentando l’analfabetismo funzionale della nostra società che purtroppo non è un’invenzione. Cultura, saper fare, professionalità sono irrise e diventano “radical chic” e tanta gente finisce per non fidarsi più di niente e a credere solo a complotti e malvagità.

Io vorrei restituire alle persone la complessità del nostro essere uomini: c’è il bene, c’è il male, c’è l’indifferenza, il bene però deve uscire allo scoperto, non nascondiamolo, è il momento di farlo vedere perché i giovani soprattutto, ma anche i meno giovani devono avere modelli positivi di riferimento, per non perdere la speranza, per non “morire”.

Vorrei cambiare la mia rubrica in una pagina dove indirizzare e far conoscere quanto bene c’è nel nostro paese, nelle nostre città, dove ognuno può segnalare una buona azione che ha ricevuto o alla quale ha assistito, partendo dalla vita di tutti i giorni, dal ragazzo che in metropolitana ti ha ceduto il posto, perché ha visto che eri stanco o più grande di lui, dall’impiegato di banca “ che ha perso tempo” dietro al tuo problema aiutandoti a risolverlo, fino ad arrivare ai grandi gesti.

Partire dal piccolo è importante perché la delicatezza d’animo di una persona, la sua benevolenza verso il prossimo la cogli proprio nella quotidianità quando ognuno tira fuori veramente la sua natura perché lo fai “senza pensarci” pertanto ti viene da dentro, da quel dentro buono che può diventare l’antidoto a questa aggressività dilagante.

Ho iniziato a scrivere questa lettera quasi un mese fa ma oggi credo di esser pronta a spedirla…

Valentina