La Dott.ssa Grimaldi risponde – Come mai la mia bambina preferisce le pentole ai suoi bellissimi giochi?
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Cara Valentina,
mi chiamo Sonia ed ho una bambina di 2 anni e mezzo di nome Beatrice molto vivace e allegra. Già parla ed ogni giorno impara un’espressione nuova. Ancora non va all’asilo perché io non lavoro e con il mio compagno abbiamo pensato di aspettare il prossimo anno e mandarla direttamente alla scuola materna. Viviamo vicino Varese una bella realtà dove ci si frequenta un po’ tutti e dove le famiglie con bambini non mancano, pertanto anche se Beatrice non va al nido vede ogni giorno altre famiglie. La domanda che ti voglio fare è un po’ buffa, ma mi incuriosisce molto, non so se potrai darmi una risposta.
La mia bambina ha tanti giocattoli, una cameretta piena, perché ha diversi cuginetti e quindi alcuni praticamente nuovi li ha ereditati da loro e tanti poi le vengono regalati.
Beh lei non gioca con niente, solo alcune volte con mio marito o con me gioca con la fattoria degli animali, ci inventiamo una storia e allora lei partecipa e si diverte, ma se sta sola non guarda nessun gioco, corre invece in cucina dove spesso sono io, tira fuori pentole, coperchi e mestoli di legno e si diverte da matti a fare una gran caciara!
A causa di questa sua passione ho dovuto mettere in cucina dove arriva lei solo oggetti e stoviglie non pericolose, ma appena può quello è il suo gioco preferito: io magari sto ai fornelli e cucino e lei lì a giocare e far baccano. Come mai preferisce le pentole ai suoi bellissimi giochi? Mi devo preoccupare? Sonia da Varese
Cara Sonia,
la tua è una bella domanda e sei una mamma attenta. Il gioco per i bambini ha un significato molto profondo, che va ben al di là del semplice passatempo ed intrattenimento, è il loro modo di interfacciarsi con il mondo che li circonda, con i familiari, per conoscere, apprendere e soprattutto sviluppare capacità creative ed interattive.
Osservare un bambino che gioca è bellissimo e ti da tantissime informazioni su come quel bambino sta crescendo. Mentre gioca immagina, e l’immaginazione è un meccanismo di astrazione molto importante alla base del linguaggio e di tante altre competenze della vita adulta. Inoltre replica ciò che vede e molto spesso è proprio dal gioco che puoi cogliere disagi o problemi in un bambino, perché è proprio giocando che rielabora le sue emozioni e le sue esperienze, sia quelle negative che quelle positive.
Il fatto che Beatrice ami giocare con pentole e coperchi anziché con i giochi della cameretta è perché probabilmente le permettono, meglio di bambole e bambolotti, di attivare la sua fantasia e costruire il gioco che vuole lei; inoltre è dove sei tu, mentre tu sfaccendi lei sta con te e questo arricchisce il suo gioco, ma anche la vostra relazione. Nella lettera poi mi dicevi che gioca con i suoi giochi se ci siete voi genitori ad immaginare insieme a lei una fattoria e ad inventare una storia , anche questo è bellissimo ed è indicativo di come la piccola usi il gioco in modo creativo, costruttivo e soprattutto sano.
Il bambino nel giocattolo non vede quel che vediamo noi, ossia l’oggetto bello o perfetto o super accessoriato, lui riporta tutto al suo mondo che è fatto di piccole cose e per un bambino usare una pentola facendo finta che sia un tamburo anziché un bel tamburello decorato è molto più di stimolo alla sua evoluzione psichica, perché è lui a guidare ed inventare il gioco e non il contrario.
Pertanto io ti dico che va molto bene che Beatrice abbia questi gusti, significa che la state crescendo bene, aperta al mondo delle relazione e alla fantasia.
Un piccolo consiglio, i bambini quando hanno una stanza piena di giocattoli non si divertono, perché non riescono a selezionare in mezzo a tanta offerta quella che più potrebbe piacergli, perciò è come se entrassero in uno stato di confusione e preferiscono andar via. Il consiglio è di non dare tutti i giochi insieme, ma proporli sempre uno alla volta, giocare con quel gioco insieme, inventarci storie e così via, poi quando avrà perso interesse proporne un altro. Offrire i giochi tutti insieme , avere una stanza che sembra un negozio di giocattoli, non attira il piccolo che invece è più sollecitato da un solo gioco alla volta presentato da mamma, papà o da chi sta con lui, solo così quel giocattolo entrerà in contatto con lui altrimenti farà solo “tappezzeria” … come si diceva una volta!
Valentina Grimaldi è nata nel 1964, laureata in medicina e chirurgia nel 1989 all’Università Cattolica del Sacro Cuore a Roma e specializzata nello stesso Ateneo in Pediatria nel 1993. Autrice di diverse pubblicazioni scientifiche e relatrice in convegni nazionali ed internazionali; ha conseguito un master di II livello in Allergologia pediatrica. Dopo l’esperienza ospedaliera e di ricerca presso il Policlinico Gemelli di Roma, esercita a Roma la professione di pediatra di famiglia dal 1996. Da sempre attenta alle problematiche psicoeducazionali e della genitorialità si è specializzata in Psicoterapia Infantile per meglio soddisfare i bisogni di salute dei bambini e delle loro famiglie.