Blog / Una donna nel Vangelo | 13 Dicembre 2018

Venerdì 14 dicembre – Rimanere stupiti

Commento al Vangelo (Mt 11,16-19) del 14 dicembre 2018, venerdì della II settimana del Tempo di Avvento, di Mauro Leonardi. Chiunque può mandare i suoi brevi commenti al vangelo, audio o scritti, a [email protected]

Ma a chi paragonerò io questa generazione? Essa è simile a quei fanciulli seduti sulle piazze che si rivolgono agli altri compagni e dicono: Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto. E’ venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e hanno detto: Ha un demonio. E’ venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori. Ma alla sapienza è stata resa giustizia dalle sue opere.

Da seduto la vita non la vivi.
Da seduto non vivi.
Guardi.
Stai con le mani in mano.
E guardi.
E giudichi.
Da seduto non vivi.
Senti la musica, ma non balli.
Stai seduto. Guardi.
Senti piangere. Ma non soffri. Non provi nulla.
Stai seduto. Guardi.
Arriva il più grande tra i nati da donna.
E non ti muovi. Guardi.
Arriva Gesù, il figlio dell’uomo.
E non ti muovi. Guardi.
C’è un pericolo grande nel non vivere.
Nello stare seduti.
È che, oltre agli occhi, si apre anche la bocca.
E se stai seduto.
Se non vivi.
Quando apri la bocca.
Escono parole di morte.
Giudizi. Sferzanti. Sbagliati.
Che tristezza.
Che dolore.
Alzati.
Alzati e vai.
Vai a gioire.
Vai a soffrire.
Vai a vivere.

I bambini, Gesù, li ama.
Ami i piccoli.
Chi è piccolo.
E sa gioire, ballando.
E sa soffrire, piangendo.
E non apre bocca da lontano.
Ma corre vicino.
In mezzo alla piazza.
E se vede uno che non mangia e non beve.
Rimane stupito.
E se vede uno che mangia e beve con tutti.
Dice Che bello!
I bambini guardano l’amore.
E l’amore fa.
Parla poco.
Mai giudica.

Una generazione è tanta gente.
Tanta gente.
Sono tanti.
E stanno seduti.
Come bambini.
Bambini che non sanno più giocare.
Bambini che non sanno più chiedere scusa.
Stanno seduti.
Oziando.
Con le mani chiuse nelle mani.
E gli occhi aperti.
Con le mani ferme.
E la lingua che si muove.
E dall’alto della loro piccolezza.
E dalla loro vita ferma.
Giudicano chi vive.
Giudicano tutti.