Articoli / Blog | 30 Novembre 2018

Blog – Il terrapiattismo, Le Iene e Beppe Grillo

Le Iene hanno recentemente avuto il merito di far conoscere al grande pubblico l’esistenza del movimento “Terrapiattista” che, a quanto pare, radunerebbe migliaia di fan in tutto il mondo. È Gaston Zama, autore de Le Iene, a guidare con la consueta simpatia il telespettatore dentro un convegno italiano di Terrapiattisti che si era tenuto ad Agerola il 24 agosto scorso.
Per riassumere, i Terrapiattisti sono convinti che la Terra sia un disco pianeggiante con al centro il Polo Nord e abbia per limite, sul perimetro della circonferenza, un muro di ghiaccio alto 400 km difeso da dei guardiani. Sbarchi lunari, missioni spaziali, foto satellitari, sono tutti inganni fatti da “loro”. Loro sarebbero i massoni, i satanisti, i poteri forti e i poteri occulti, di cui l’agenzia principale sarebbe la Nasa che, in verità, non avrebbe mai mandato nessun uomo sulla Luna; tanto è vero che la sigla – Nasa – in realtà, sarebbe solo un acronimo di Satan (nel logo dell’ente spaziale americano c’è un “baffo” rosso che potrebbe essere letto come una T).
Chi ha voglia di sorridere può farsi un giro su Internet e scoprirà che per i Terrapiattisti i dinosauri non sono mai esistiti come neppure esiste l’Australia; ancora, il giro del mondo in aereo o in barca a vela sono solo inganni o, infine, che Stonehenge e i portoni di entrata di San Pietro e del Duomo di Milano (sic!) sono stati costruiti dai Giganti.
Si comincia ridendo ma si finisce pensierosi. Soprattutto quando si scopre che il 2 ottobre 2018 Beppe Grillo, sul suo blog, definisce “allettanti” le teorie terrapiattiste; che il sottosegretario agli interni Carlo Sibilia ha espresso più volte dubbi sul fatto che l’uomo sia davvero sceso sulla Luna e che Roberto Avitabile, uno degli speaker del convegno di Agerola, sia un’attivista M5S.
Facciamo il punto.
Noi, gente qualsiasi, perché crediamo che la terra è rotonda? Perché crediamo nelle istituzioni, nelle autorità che ce l’hanno insegnato. Per moltissimo tempo l’umanità credeva che la Terra fosse piatta perché a un’osservazione non attentissima sembra essere piana. È vero che guardando con estrema attenzione all’orizzonte sul mare una barca prima o poi la si vede scomparire, ma quasi tutti gli uomini pensavano che la sparizione fosse dovuta alla distanza, cioè a qualche forma di miopia, di foschia o di mancanza di trasparenza dell’aria. C’erano anche altre evidenze, come il fatto che passando sotto l’equatore sparisse la stella polare e apparisse la Croce del Sud, ma le comunicazioni erano difficilissime, pochi viaggiavano, e pochissimi lo raccontavano. In realtà, quello che non molti sanno, è che la conoscenza certa dell’eliocentrismo e della rotondità della Terra è antichissima. La prima era stata dimostrata da Eratostene, la seconda da Aristarco di Samotracia, ma gli esperti sanno anche che Dante, nella Divina Commedia, ha questa convinzione. Umberto Eco ha un bellissimo articolo in cui elenca i tantissimi antichi che sapevano della sfericità della terra. Ma una conoscenza non evidente può diventare patrimonio comune solo se si ha fiducia nell’autorità, nelle istituzioni, in chi insegna.
Il terrapiattismo di cui si parlava a Le Iene è interessante perché mette in crisi la profondissima crisi attuale rispetto all’autorità: per noi, oggi, chi insegna, imbroglia.
Quando si chiede agli attuali Terrapiattisti quale interesse avrebbero i potenti ad ingannare l’umanità con il complotto della sfericità della Terra si ottiene la risposta “per controllare”. Cioè, appunto, una non risposta.
Gli adepti del terrapiattisimo fanno credere alla gente di avere una conoscenza segreta tanto interessante da voler essere distrutta dai “potenti”: ma questa spiegazione sarebbe assolutamente risibile se non rivelasse l’assoluta sfiducia attuale degli uomini nel ragionamento (quello con cui i saggi di sempre avevano dimostrato la sfericità della Terra e l’eliocentrisimo e che sarebbe alla portata di chiunque fosse abbastanza intelligente e volesse studiare) e, più ancora, verso l’autorità. Anche semplicemente verso chi ha un parente o un amico emigrato in Australia. E questo è il dramma. Perché quasi tutte le nostre conoscenze dipendono dalla fiducia nell’autorità: chi di noi è certo di essere figlio dei propri genitori perché ha fatto una prova del DNA? Quasi nessuno. Quasi tutti noi ci fidiamo di papà e mamma. Per questo perdere fiducia nell’autorità getta nella perdizione ed è questo il motivo per cui, da sempre, valeva come assoluto il dovere di difendere il principio di autorità. Oggi, purtroppo, esiste l’illusione di poter sostituire il principio di autorità “con Internet”. Esattamente come fanno “i Terrapiattisti”. E, lo dico con rammarico e preoccupazione, molti esponenti di M5S.