Blog / Scritti segnalati dal blog | 21 Novembre 2018

Progetto Gionata – Le sette cose che ho imparato al Sinodo sui Giovani

Marco G. segnala al blog questo articolo e lo introduce così:

Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c’era più. Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente che usciva dal trono:

Ecco la dimora di Dio con gli uomini!
Egli dimorerà tra di loro
ed essi saranno suo popolo
ed egli sarà il “Dio-con-loro”.
E tergerà ogni lacrima dai loro occhi;
non ci sarà più la morte,
né lutto, né lamento, né affanno,
perché le cose di prima sono passate”.

E Colui che sedeva sul trono disse: “Ecco, io faccio nuove tutte le cose” – Ap 21,1-5

***

Articolo di Francis DeBernardo* pubblicato sul sito dell’associazione cattolica New Ways Ministry(Stati Uniti) il 30 ottobre 2018, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro

Le tre settimane che ho passato a Roma per raccontare il Sinodo sui Giovani sono state piuttosto istruttive per me! Ecco alcune cose che ho appreso.

Varietà globale. Viviamo in una Chiesa globale, e ascoltare i punti di vista di vescovi e giovani provenienti da culture e nazioni molto diverse dalla mia è una cosa che ha ampliato i miei orizzonti e mi ha fatto apprezzare la meravigliosa varietà divina e tutto il bene che la Chiesa ha la capacità di fare, in tutto il mondo.

Varietà globale, parte seconda. In verità, questa prima lezione l’ho imparata tre anni fa, in occasione del Sinodo sulla Famiglia, ma poi l’ho dimenticata, e in queste tre settimane ho dovuto reimpararla. No, non è che la mia memoria si stia deteriorando (almeno spero!), è che, quando si ritorna negli Stati Uniti, è molto facile rientrare nella nostra bolla e pensare che la nostra realtà sia l’unica. Ecco quindi un’ulteriore lezione che ho imparato al Sinodo: è importante ascoltare altri punti di vista, perché allargano le nostre vedute.

Il ruolo essenziale della sessualità. Ho sviluppato una nuova prospettiva sull’importanza della sessualità nella nostra vita. Nei primi giorni del Sinodo il mio collega di Bondings 2.0, Robert Shine, si è imbattuto per strada nell’arcivescovo australiano Anthony Fisher e lo ha fermato per fare due parole. Fisher non è esattamente un amico delle persone LGBT, quindi i due hanno vedute diverse sull’argomento, ma Fisher ha detto qualcosa che mi è rimasto in testa durante la mia permanenza a Roma: secondo lui, in certe parti del mondo per alcuni giovani la sessualità non è una priorità, visto che non sanno se domani avranno da mangiare.

La fame è una realtà tragica, ma non è bene che un vescovo faccia questo paragone. Il cibo è importante, ma lo è anche la sessualità, specialmente se la intendiamo in senso lato. Il cibo è essenziale per nutrire il nostro corpo, ma le relazioni sono essenziali per l’anima. Non è un gioco a somma zero: ambedue le posizioni vanno discusse.

Il problema è il modo in cui alcuni vescovi concepiscono la sessualità. Forse monsignor Fisher stava pensando esclusivamente alle relazioni fisiche. È un punto di vista problematico, ma non sorprendente. Molte volte nel corso del Sinodo ho capito che, quando i vescovi parlano di sessualità, sembrano sempre avere in mente il lato fisico delle relazioni, mai quello interpersonale o emozionale. Fin quando la gerarchia cattolica continuerà a considerare la sessualità quasi esclusivamente sotto il lato fisico, la nostra Chiesa non sarà mai in grado di sviluppare la sua morale sessuale.

Papa Francesco: grandissimo stratega? Ho capito come papa Francesco sia uno stratega di gran lunga più abile di quanto pensassi. No, non sta certamente prendendo di petto le questioni di morale sessuale, ma sta modificando il processo attraverso cui possono essere discusse. Papa Francesco permette a molte voci diverse di esprimersi: lascia che si manifesti il dissenso; anche stabilire la necessità di consultare i laici prima di ogni futuro Sinodo è un’importante innovazione. L’urgenza della sinodalità a ogni livello (nazionale, diocesano, parrocchiale) da lui espressa è un atto rivoluzionario, che rende la Chiesa un po’ meno autoritaria e un po’ più democratica.

Non solo un Sinodo sui Giovani. Francesco lo chiamato Sinodo sui Giovani non solo perché esso attiene ai ministeri rivolti ai giovani, ma anche perché ha permesso alle voci dei giovani stessi di venire ascoltate ed essere presenti. È una significativa prima volta. In un certo senso, il Sinodo non ha parlato dei giovani di oggi, ma di dove la Chiesa dovrà essere in futuro.

Come eravamo, come siamo ora. Infine, una delle più grandi lezioni è stata vedere quanta strada abbiamo fatto! Venticinque anni fa, quando ho cominciato ad impegnarmi in questo ministero, non avrei mai pensato di poter vedere il Vaticano organizzare un evento in cui si sarebbe apertamente discusso di tematiche LGBT; non avrei mai pensato che le voci che invocano il cambiamento della dottrina cattolica sarebbero risuonate in un Sinodo di vescovi; non avrei mai pensato che un documento vaticano avrebbe affermato che la Chiesa deve riesaminare la sua dottrina sulla sessualità, che ha bisogno di parrocchie che accolgano le persone LGBT e che il ministero a loro rivolto non deve essere una ripetizione della dottrina, ma un’accoglienza e un accompagnamento; e non avrei mai pensato di poter essere accreditato dal Vaticano per testimoniare e raccontare questi sviluppi.

Il Sinodo ha fatto alcuni passi avanti. Se guardiamo a questi passi e pensiamo a dove siamo riusciti ad arrivare, possiamo capire quanto siano importanti. Arrivederci, Roma!

* Francis DeBernardo lavora per New Ways Ministry dal 1992, prima come volontario poi, a partire dal 1994, come membro dello staff; dal 1996 è direttore esecutivo. Propone iniziative riguardanti cattolicesimo e tematiche LGBT nelle parrocchie, nelle diocesi, centri conferenze, università e comunità religiose in tutti gli Stati Uniti. È autore del libro Marriage Equality: A Positive Catholic Approach (Il matrimonio omosessuale. Un punto di vista positivamente cattolico). È redattore e autore di Bondings 2.0, blog quotidiano di notizie e opinioni sulle tematiche LGBT nella Chiesa Cattolica. Suoi articoli sono apparsi nelle riviste The National Catholic ReporterCommonwealThe Advocate The American Catholic. È stato l’oratore di punta alla conferenza su religione e tematiche LGBT tenutasi al primo World Pride di Roma nel 2000; è intervenuto anche alla conferenze interfede in occasione del World Pride di Londra nel 2012.