Blog / Renato Pierri | 08 Novembre 2018

Le Lettere di Renato Pierri – Amal Hussein e il progetto di Dio speciale e bellissimo

Una frequentatrice del blog “Come Gesù” del prete e scrittore Mauro Leonardi, scrive: “Dio ha pensato per ognuno di noi un progetto speciale a bellissimo, destinandoci dopo la vita a vivere con Lui per tutta l’eternità”.

Sullo stesso blog don Mauro dedica un articolo accorato alla bambina Amal Hussein: “Con il suo corpicino esangue, era diventata, suo malgrado, un simbolo delle sofferenze generate dalla guerra alla popolazione dello Yemen. La foto di una bambina pelle e ossa, la storia di dottori che dimettono una bambina che sta morendo perché non c’è posto e i pochi letti servono ad altri pazienti, è un grido contro il nostro essere pieni di tutto. Il New York Times aveva pubblicato la sua foto la settimana scorsa, per cercare di rompere il silenzio e l’indifferenza del mondo nei confronti di una guerra che conta tantissime vittime. Ma, come ha scritto lo stesso giornale statunitense, Amal è poi morta giovedì, 1 novembre”.

Allora, d’accordo con la frequentatrice del blog che il progetto della vita eterna con Dio sia speciale e bellissimo (potrebbe essere altrimenti?), ma è il progetto per ognuno di noi sulla terra che raramente è speciale e bellissimo, alle volte, come nel caso di Amal Hussein è semplicemente pessimo. Possiamo attribuire al Creatore il progetto della vita terrena di Amal Hussein? Si potrebbe pensare che il progetto bellissimo di Dio anche sulla terra per quella bambina, sia stato sconvolto dalla crudeltà degli uomini. E va bene. Significa che gli uomini guastano i progetti di Dio. Ma quando la cattiveria degli uomini non c’entra un bel nulla, che cosa si deve pensare? Quando nasce un bambino con una gravissima malattia che gli causa sofferenza e morte prematura, si può parlare di progetto speciale e bellissimo di Dio per la creatura innocente? Oppure è un po’ come bestemmiare? Gli ottomila e oltre bambini che ogni giorno vengono al mondo segnati da una delle migliaia di malattie genetiche, e le  vittime di incidenti, malattie, sciagure naturali, rientrano sempre nel progetto speciale e bellissimo di Dio? Ma che cosa può contare la vita terrena in confronto alla vita eterna? Sarà, non conta nulla, sarà, però se Dio mi avesse chiesto: vuoi essere crocifisso non per breve tempo come è accaduto al Cristo, ma per mesi o anni, e poi avere la vita eterna? Gli avrei risposto “no, grazie”. E pazienza, molta pazienza, se fosse così per tutti, se tutti avessero una vita infelice prima della vita eterna. Ma perché per qualcuno progettare una vita infelice più vita eterna e per altri una vita felice più vita eterna? Qualcosa non quadra. E’ evidente che la felicità o l’infelicità di ciascuno di noi sulla terra, non possono essere progetto di Dio, così come non possono essere progetto di Dio la salute di ciascuno, una vita lunga o una vita breve, la bellezza o la bruttezza di ciascuno. 

Renato Pierri 

IlPasquino
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