Blog / Una donna nel Vangelo | 06 Novembre 2018

Mercoledì 7 novembre – Sii il mio tutto

Commento al Vangelo (Lc 14,25-33) del 7 novembre 2018, Mercoledì della XXXI settimana del tempo ordinario, di Mauro Leonardi. Chiunque può mandare i suoi brevi commenti al vangelo, audio o scritti, a [email protected]

Siccome molta gente andava con lui, egli si voltò e disse: «Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento? Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda un’ambasceria per la pace. Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.

Amore mio tu non muori per morire.
Muori per vivere.
Muori per avere la mia vita.
Tutta la tua vita per la mia vita, per tutta la mia vita.
L’amore non mercanteggia.
Tutta dà.
Tutto prende.
Tu dai la vita per la vita.
Punto.

Quando ami.
Ami me.
Non ami la folla.
Non ami i discepoli.
L’amore è da sempre al singolare.
Due che sono uno.
Le folle dietro a te.
Ti giri.
Uno a uno.
Due che sono uno.
O te.
O solo te.
O non è amore.
Più del padre.
Più della madre, della moglie, dei figli.
Ascoltatelo bene.
Uno a uno.
Due in uno.
Più della vita.
Più di tutto quello che c’è in una vita.

La vita sulle spalle per portarla a lui.
Come la croce.
Come il dolore.
Come la morte.
Tutto tutto tutto tutto tutto
Tutta la vita.
Questo è l’amore.
Tutto.
Questo è lui.
Tutto.
Tu, amore mio, tutto.

L’amore è così.
L’amore parla così.
Mi ami più di tutti?
Mi ami più di tutto?
Mi ami più di della tua vita?
Mi ami nella gioia e nel dolore?
Starai con me nel dolore?
Mi porterai la tua vita?
Tutta?
Mi porterai nella tua vita?
Tutta?
Mi seguirai sempre?
Non mi lascerai mai?
Amore mio.
Amore mio.
Che belle le tue domande.
Che bello il tuo amore.
Fermati ancora.
Girati ancora.
E amami ancora.
Ancora.
Ancora.

Si, amore mio.
Rinuncio.
Per te, amore mio.
Rinuncio.
Rinuncio a pensare di farcela da sola.
Solo con quello che ho.
Solo con quello che so dell’amore.
Non mi basta.
Non mi basta.
Si, amore mio.
Rinuncio.
Voglio il tuo amore.
E te lo chiedo.
E te lo imploro.
Ti do tutte le mie forze
Tutte le mie armi.
Tutto ai tuoi piedi.
Dammi la pace che da sola non posso conquistare.
Dammi il tuo amore che da solo è più di ogni amore.
Che da solo contiene ogni mio amore.
Amore mio, mi fermo.
La croce sulle spalle.
Le tasche vuote.
Le forze, poche e inferiori.
Fammi felice.
Riempimi.
Vincimi.
Amami.
Voglio solo te.

C’è un amore che non è legame.
C’è un amore che non è finito.
C’è un amore che non vince, non conquista.
C’è un amore che non ha armi ma una croce sulle spalle.
C’è un amore che rinuncia, che dice no per dire si.
C’è un amore che dà la vita per non morire.
C’è un amore che carica sulle spalle per avere le braccia libere per abbracciare.
C’è un amore senza ricchezze.
Un amore da finire.
C’è un amore che rinuncia alla battaglia per vincere.
Che non ha forze, ma vince.
Amore mio sono io questo amore.
Amore mio vieni tu.
Vieni tu a legarmi a te.
Vieni tu a finirmi.
Vieni tu a vincermi.
Vieni tu a prendermi.
Sii la mia forza.
Sii il mio tutto.
Amore mio.