Blog / Renato Pierri | 02 Novembre 2018

Le Lettere di Renato Pierri – Un veliero ha portato via Enzo Apicella

Per anni ogni giorno, immancabilmente, mi giungeva una sua vignetta e stamattina, poiché da un po’ di tempo non ne ricevevo, quando ho visto la posta di Enzo Apicella, dell’amico Enzo, ho pensato, sperato che di uno dei suoi disegni si trattasse. Ed invece:  “Cari amici, annunciamo con grande tristezza che il nostro caro Enzo Apicella ci ha lasciati questa mattina”. Se n’è andato l’amico Enzo. Era a Roma. Se n’è andato e non sono riuscito a rivederlo, a riabbracciarlo. Mi ci veniva da piangere. Sicuramente se n’è andato su uno di quei velieri che disegnava per salutare gli amici pittori quando lo lasciavano per sempre.

Gli avevo chiesto se stava bene, giacché non ricevevo più la sua posta e lui mi aveva risposto che stava bene, che aveva problemi al computer. Non voleva parlare di malattia, Enzo, non voleva parlare di morte. Un giorno m’inviò una fotografia di Alberto Ongaro, con su scritto: “Ho guardato questa foto tutto il giorno. Il mio amico di una vita ci ha lasciato. Siamo sempre più soli! Addio Alberto!”. Gli risposi: “Il destino di chi vive a lungo ed ha amici di una vita, è inevitabilmente di sentirsi sempre più solo”. E poi, scherzando un poco: “Ongaro aveva 92 anni, a quell’età  si può anche morire. Certo, non mi dispiacerebbe vivere senza malanni ancora tredici anni per raggiungere la tua di età, Enzo. Io 95 e tu 108, età in cui potresti anche lasciarci. Allora io guarderei la tua fotografia non dico tutto il giorno, ma almeno per un poco: «Enzo Apicella, amico non di una vita….». E se muoio prima io? L’amico non di una vita, Enzo Apicella, guarderà almeno per un poco la fotografia di Renato Pierri? Si sentirà sempre più solo?”.

Mi rispose: “Bella Renà, ma possibile che devi sempre pensare alla morte? Io non ci penso mai”. Enzo non pensava a sora morte. Disegnava velieri. Io non so disegnare velieri.

Renato Pierri