Se “mi” racconto mi conosci – Rita Giaretta: una vita contro la tratta

Continua la rubrica di Alessandra Bialetti «Se “mi” racconto mi conosci». Chiunque desidera può contribuire inviando la propria testimonianza a [email protected]


Oggi sei passata vicino ad una vittima della tratta di esseri umani.

Non te ne sei mai accorta, ma capita quasi ogni giorno. Pochi chilometri ti separano da lei, ma la sua schiavitù è talmente silenziosa che non ha attirato la tua attenzione.

Nessuno se ne cura, eppure lei esiste. È vicina a me, a te, nascosta nelle zone più marginali e periferiche delle grandi città, lontana dalla nostra vita quotidiana, ma al tempo stesso molto vicina.

La tratta degli essere umani è  un realtà terribile, che sta crescendo in Italia ad una velocità spaventosa. Molte delle giovani donne rese schiave sono migranti che hanno lasciato le loro terre inseguendo il sogno di una vita migliore.

La promessa di un lavoro e di una speranza di vita per la propria famiglia.

Ma hanno trovato solo violenze, abusi, debiti pesanti come macigni e nessuna alternativa per pagarli se non quella di vendere il proprio corpo sulle strade italiane.

Le loro vite sono in mano a una rete criminale che inizia nei loro paesi di origine e finisce in Italia, dove le periferie cittadine diventano prigioni a cielo aperto, sotto gli occhi ciechi delle persone.

Dal 1995 Suor Rita Giaretta combatte contro questa cecità, rendendo visibili le vittime della tratta e dando loro una voce, una speranza.

La sua missione è iniziata dalle strade. I primi contatti con le giovani migranti sono stati difficili, soprattutto per la loro paura, diffidenza e la vergogna che provavano verso loro stesse.

Poi, l’8 marzo del 1997, Suor Rita e le altre Suore Orsoline sono andate nelle aree calde di Caserta, per donare vasetti di primule alle ragazze, con un biglietto nascosto: “Cara amica, qualcuno pensa a te con amore”.

Questo gesto di speranza e di non giudizio ha dato il via al progetto di accoglienza che negli anni ha salvato la vita a tantissime giovani migranti.

Di fronte alle innumerevoli richieste di aiuto e protezione, nel 1997 Suor Rita ha fondato a Caserta Casa Rut, un luogo di amore, crescita e protezione per le giovani vittime della tratta e per i loro bambini.

Da quel momento, Casa Rut è diventata una voce fuori dal coro sul grave problema della tratta degli esseri umani in Italia. Una voce forte, gentile, che ha raccontato – e continua a farlo – le storie di queste ragazze, i loro sogni e la loro verità.

Nel 2004, grazie all’aiuto di tanti amici e sostenitori, è nata la Cooperativa NewHope, un laboratorio di sartoria artigianale in cui le ospiti di Casa Rut possono crescere professionalmente e ritrovare la propria dignità.

La Fondazione Angelo Affinita sostiene da anni NewHope, perché è una realtà di vera rinascita, fatta di opportunità concrete, lavoro e valorizzazione del talento personale.

Andiamo nel dettaglio.

Grazie ai tanti amici imprenditori che hanno creduto nel progetto della cooperativa NewHope, la Fondazione Affinita ha sostenuto:

  • un corso di sartoria basic tenuto da professionisti del settore dell’istituto professionale Scuola La Tecnica di Napoli
  • l’acquisto di materie prime per la realizzazione dei manufatti
  • il progetto “Adotta una mamma e il suo bambino”, per venire in aiuto alle giovani madri e assicurare un’istruzione ai loro figli

Suor Rita ha descritto con parole bellissime l’effetto della cooperativa NewHope sulle ospiti di Casa Rut:

“Non c’è cosa più bella, miracolo più grande che vedere fiorire quei volti, puliti, rigenerati perché semplicemente amati!”

Quello che possiamo fare insieme è creare SPERANZA, dando a queste ragazze gli strumenti con cui ritrovare la propria dignità e ricominciare a vivere.

La cooperativa NewHope e Suor Giaretta hanno bisogno del tuo aiuto, delle tue capacità imprenditoriali e del tuo desiderio di donare. Hanno bisogno di te per mettere in moto un circolo virtuoso in grado di spezzare le catene della prostituzione.

La testimonianza di Suor Rita al Meeting Annuale dei Donatori mette in chiaro perché entrare a far parte della Fondazione Angelo Affinita è il modo giusto per fare la differenza:

“è bello vedere come la Fondazione Angelo Affinita sa entrare nel cuore dei problemi, del dramma che si vive, perché sa mettere insieme la bellezza, la sete di dignità e di futuro, con la solidarietà”.