Le Lettere di Luciano Sesta – Pregare in piazza contro il gay pride?
Una preghiera non “contro”, ma “per”, si dice. “Per” la conversione dei peccatori (che però qui sono soltanto i gay, non certo i “buoni” che pregano per loro), e “per” difendere la Chiesa e la famiglia dai loro “nemici” (sempre i gay). Pur di non ammettere che si sta pregando “contro” i gay, si dice che si prega Dio “per” difenderci da loro.
Si invoca anche Maria, affinché ci dia la forza di combattere i suoi nemici. I “nemici di Maria”? E come facciamo a sapere che alcune persone sono addirittura i “nemici” di Maria, contro i quali Dio dovrebbe darci la “forza” di combattere? I gay non sono essi stessi i figli di quella famiglia che è chiamata ad amarli nel silenzio, piuttosto che a strillare in piazza contro di loro, magari per tacitare la consapevolezza del proprio fallimento educativo?
Se, poi, vogliamo proprio dire che il gay pride è un pubblico peccato, che senso ha “ripararlo” con un altro peccato, com’è quello di chi, con un atto di pubblica arroganza, presunzione e mancanza di carità, si erge al di sopra del prossimo, giudicandolo temerariamente?
Ognuno, naturalmente, è libero di pregare per e contro chi vuole. Ma abbia almeno il pudore di non presentare se stesso in piazza come l’amico di Dio, di fronte al quale ci sarebbero solo i Suoi nemici. Torni a raccogliersi nella propria coscienza, e forse ricorderà la dimensione intima e privata, piuttosto che politica, della preghiera: “Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. […]. Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto” (Mt 6, 5-6).
Luciano Sesta, sposato e padre di quattro bambini, è docente di Storia e Filosofia nei Licei Statali Insegna Antropologia filosofica e bioetica all’Università di Palermo, ed è stato membro dell’Ufficio della Pastorale della Cultura dell’Arcidiocesi di Palermo. Ha pubblicato numerosi saggi nell’ambito della teologia morale, della bioetica e dell’etica