Blog – Mario Adinolfi replica al mio Agi su Cristiano Ronaldo e la gestazione per altri
Mario Adinolfi, a seguito del mio articolo pubblicato ieri su Agi, mi ha risposto sul suo profilo Facebook. Di seguito la mia replica
Don Mauro Leonardi mi invita a “scindere sempre”. In sostanza si dice d’accordo con me sul caso Cristiano Ronaldo, ma contrario al fatto che io abbia ricordato agli inglesi che il loro sistema ha prodotto la morte di Alfie, Charlie, Isaiah e chissà quanti altri che sono senza nome. A don Mauro e ad altri io ribadisco: scindere serve proprio a non fare confusione; scindere significa non confondere la persona (sempre meritevole di rispetto, di ammirazione se in possesso di doti straordinarie), con il sistema a cui appartiene; in termini cristiani significa scindere peccato e peccatore. In sostanza: il peccato resta peccato. Allora, la domanda a don Mauro è semplice: sei contrario all’utero in affitto, al “matrimonio” gay, al sistema mortifero che opprime con aborto e eutanasia i più deboli della terra? O con l’invito a “scindere sempre” ci stai invitando alla confusione e, nella confusione, a legittimarli? Servirebbero risposte chiare, da un prete. Io offro la mia, da laico cristiano, molto chiara: forza Cristiano calciatore dotato da Dio del dono di essere artista unico al mondo nel calcio; guerra all’utero in affitto di cui Cristiano si è (probabilmente, non ha mai voluto dichiararlo) servito in passato, perché quello è un crimine contro la dignità umana. Con la nascita dell’ultima sua figlia Cristiano Ronaldo ha scoperto la bellezza della paternità naturale, la bimba è nata dalla sua attuale compagna Giorgina. Scindere, caro don Mauro, è un atto di fede nella potenza del Signore e nella capacità dell’uomo di cambiare i suoi comportamenti. È il contrario esatto del fare la confusione che fai tu, che sembri legittimare i comportamenti contrari alla dignità umana e disinteressato al vederli perpetrati. Nel tuo testo chiami addirittura l’utero in affitto “gestazione per altri”, secondo i dettami della neolingua politically correct gradita alla lobby Lgbt. Scindere “sempre” non è legittimare il peccato, è rispettare la dignità umana del peccatore e ammirarne la grazia se di grazia è capace. Tu, caro don Mauro, sembri un ammiratore del peccato (indimenticabile al riguardo la tua recente intervista a Rocco Siffredi, priva persino di un bonario rimbrotto sulle donne usate come oggetti) e questo è il contrario esatto di “scindere”. È fare confusione. In un tempo confuso come quello in cui viviamo, non c’è davvero bisogno che sia un prete a farlo.
Caro Mario,
suvvia, la versione che dai nella replica è diversa da quanto hai scritto su Facebook. Lì tu “scindi” (giustamente) la gestazione per altri fatta da CR7 con il suo essere calciatore e invece (chissà perché) “leghi” (cioè il contrario di “scindi”) i calciatori dell’Inghilterra alla vicenda Alfie, con la quale non c’entrano nulla non essendo né medici dell’Alder Hey Hospital né giudici: e poi “erigi” (ancora il contrario di “scindi”) il povero Mandzukic a “crociato” di una guerra con la quale non c’entra nulla. Mi chiedi comunque di ribadire se è vero o no che, essendo prete da 30 anni, sottoscrivo il contenuto del Catechismo (uso questa formulazione per brevità) a proposito di “matrimonio gay”, aborto, eutanasia ecc. e io un po’ come accadde a Papa Francesco quando, in un viaggio in aereo fu costretto a dire a un giornalista “se volete vi recito il Credo” dichiaro solennemente di sottoscrivere il contenuto del Catechismo. Contento? Ti sorprendi? Davvero pensi che Rocco Siffredi abbia avuto il sospetto che io sdogani il porno? Lo credi? Allora, forza, lo dichiaro solennemente: io concordo con il punto 2354 del CCC sulla pornografia e dissento totalmente dall’idea di pornografia che ha Rocco Siffredi. Ma io – faccio un esempio – non credo che tu, giornalista, possa pensare che intervistare un dittatore significhi essere colluso con la dittatura. Sai bene, dal punto di vista della professione giornalistica, che non è così.
Ti ricordi che qualcuno ai tempi di Gesù si chiedeva “coma mai egli mangia e beve in compagnia dei pubblicani e dei peccatori?” (cfr Mc 2,16). I peccatori con i quali Gesù mangiava non erano solo i già convertiti come Matteo o Zaccheo ma erano anche tutti i loro altri amici peccatori. E io, se Gesù si comporta così, non posso intervistare “un peccatore” come Siffredi? Che, oltretutto, dice di credere in Dio ma di non andare in Chiesa perché non gli sembra coerente, che racconta il conflitto interiore tra la sua “professione” e l’amore per la moglie e i figli o, infine, di essere preoccupato perché i giovani usano il porno come scuola di educazione sessuale. E perché dovrei usare “utero in affitto” e non “gestazione per altri” dal momento che cristiani amici come Andrea Rubera, che l’hanno praticata, la chiamano “gestazione per altri” e non “utero in affitto”? Non è rispettoso usare le parole che usano le persone? Bisogna per forza dire “negro” o si può anche dire “di colore”? Ti prometto comunque, che quando mi inviterai a cena, con te userò l’espressione “utero in affitto”: contento? Buona giornata.
dM
P.S. Una gentilezza, se puoi. Quando parli di me in qualcuno dei tuoi post mi puoi taggare? Io ho scoperto solo stasera la tua “attenzione” e l’ho fatto su segnalazione altrui. Te l’ho già chiesto altre volte: lo puoi fare (di taggarmi)? È un piccolo atto di educazione. Sai, il rispetto passa anche per queste cose.