Blog / Luciano Sesta | 13 Luglio 2018

Le Lettere di Luciano Sesta – Magliette rosse e dintorni

C’è chi, dopo essersi battuto per anni affinché venissero mantenuti i crocifissi nelle aule scolastiche, dice che i docenti non avrebbero dovuto indossare la maglietta rossa durante l’esame di maturità, per non condizionare gli studenti e perché a scuola non si fa politica. Sbagliato. Chi vuole esibire il crocifisso lo esibisca, chi vuole indossare la maglietta rossa la indossi. Si chiama pluralismo laico. Se gli studenti hanno senso critico davanti a un crocifisso, lo avranno anche davanti a un docente in maglietta rossa.

C’è chi dice che non si può indossare una maglietta rossa e, al tempo stesso, avere un Rolex e un super attico a Manhattan. Si può fare, invece. Una cosa, infatti, è la causa per cui si lotta, altra cosa è la credibilità personale di chi lotta. Schopenhauer, che predicava la castità, un giorno venne sorpreso dai suoi studenti mentre usciva da una casa di appuntamenti. A chi gli domandò: “ma come, prof., lei ci insegna l’astinenza sessuale e poi va con le prostitute?”, rispose: “non vi ho mai insegnato di seguire me, ma ciò che vi ho detto. Che io non faccia ciò che vi dico non significa che ciò che vi dico non sia giusto. Significa solo che io non sono coerente. Non fate come me”. Una causa può rimanere valida anche se colui che la serve è incoerente. Anzi: l’incoerenza è tanto più scandalosa quanto più la causa è giusta.

C’è chi dice che non si può indossare una maglietta rossa senza essere disposti, al tempo stesso, a ospitare qualche migrante a casa propria. Falso. Il problema dei flussi migratori, infatti, è un problema politico di cui deve occuparsi lo Stato, non un problema etico del singolo cittadino. Chiunque, naturalmente, è chiamato ad aiutare il prossimo in difficoltà. Ma questo non c’entra nulla con il problema dei flussi migratori, a meno che non ci si trovi in mare, sulla propria imbarcazione privata, di fronte a un naufragio di migranti. In caso contrario nessuno sarebbe autorizzato a esigere un qualunque servizio pubblico (dai trasporti all’illuminazione, dal fisco alla sanità, dall’istruzione alla previdenza sociale) se non è anche personalmente disposto a guidare i tram, a riscuotere di casa in casa le tasse, a curare i malati e a istruire gli studenti. E come la mancanza di disponibilità a riscuotere personalmente le tasse, esigendole individualmente dagli altri cittadini, non è affatto un’obiezione contro la richiesta che lo faccia lo Stato, allo stesso modo la mancanza di disponibilità ad accogliere privatamente persone a casa propria non è, necessariamente, un argomento contro la richiesta di una razionalizzazione dei flussi migratori.

 

Luciano Sesta, sposato e padre di quattro bambini, è docente di Storia e Filosofia nei Licei Statali Insegna Antropologia filosofica e bioetica all’Università di Palermo, ed è stato membro dell’Ufficio della Pastorale della Cultura dell’Arcidiocesi di Palermo. Ha pubblicato numerosi saggi nell’ambito della teologia morale, della bioetica e dell’etica