Blog / Scritti segnalati dal blog | 26 Giugno 2018

Repubblica.it – “Introduciamo i numeri arabi nelle scuole” e in tantissimi credono alla bufala

Elena, una lettrice del blog, segnala questo articolo

“Questo è Tarim Bu Aziz. Per una maggiore integrazione chiede di introdurre i numeri arabi nelle scuole italiane. Tu cosa gli rispondi?”. È la domanda postata dalla pagina PiùEuropaShitposting, attiva su Facebook, che accompagna la foto di un uomo islamico in abiti tradizionali.

Provocatoria, ironica. Non fosse altro che i numeri arabi sono quelli che usiamo quotidianamente. Sono stati introdotti in Europa nel XIII secolo d.C. dal pisano Leonardo Fibonacci, che li usò per la prima volta nel suo liber abaci, in cui – per ironia – li chiamava numeri indiani. 

Eppure in moltissimi, in troppi, sono caduti nel tranello scatenandosi con i commenti. “Che comandino a casa loro, non qui”, “I numeri arabi se li può infilare uno a uno in quel posticino”, “A casa loro si usano i numeri arabi, da noi ci sono numeri nostri, ogni Paese il suo”, “Gli rispondo con una sola parola, ma molto significativa…ruspa!”.

Ecco, sono solo alcune frasi che si possono leggere sotto il post, spesso ricche di errori grammaticali. Critiche feroci, al punto da spingere la pagina – che posta regolarmente bufale del genere per testare la conoscenza degli italiani – a raggruppare le più esilaranti in un video. 

Ma c’è anche chi non si è fatto ingannare. Chi si è preoccupato dei commenti razzisti.  “Ma che cos’è questo video pericoloso? Eliminatelo da Facebook, ecco perché innalziamo il vento a favore del razzismo”, “Siamo condannati all’autodistruzione”, “L’ignoranza non ha limiti, non solo leoni della tastiera, pure ignoranti!”. 

Il verdetto è impietoso: in pochi sanno che i numeri arabi sostituirono i numeri romani, decisamente più complicati per essere utilizzati nelle operazioni di geometria, matematica e algebra (disciplina portata in Europa proprio dagli Arabi). Come ha fatto notare un utente: “Un plauso a quello che dice che devono integrarsi: senza numeri arabi avremmo ∫dx(x^II) = I/III x^III”.