La Dott.ssa Grimaldi risponde – La mia paternità mancata
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Cara dottoressa,
mi chiamo Giacomo, ma potrei chiamarmi anche Ettore o Paolo. Ho un figlio di 26 anni avuto da una relazione occasionale quando ero giovanissimo. L’ho riconosciuto ma è vissuto sempre all’estero con la madre che tuttora vive in un’altra nazione. Raramente è venuto in Italia, il più delle volte sono andato io da lui e solo i miei familiari più intimi sanno della sua esistenza, anche perché ho saputo di lui quando aveva già quasi 10 anni… Non abbiamo buoni rapporti, anzi devo dire che da circa 2 anni non so più niente di lui. Ho provato a cercarlo, ma mi ha detto che non vuole sentirmi, è molto arrabbiato con me. E così ho fatto. Ora sono alle soglie dei 47 anni e mi sono sposato circa un anno fa. A mia moglie ho parlato fin dai primi tempi di questo figlio, ma ora che aspettiamo il nostro bambino si sono risvegliati in me una serie di sensi di colpa che in qualche modo avevo soffocato e soprattutto ho tanti interrogativi sulla mia capacità di essere padre. Penso che non ho mai cercato di stabilire un rapporto con lui, vivendolo come un peso, una realtà negativa con la quale fare i conti e non una cosa bella come ora penso del figlio che nascerà. Allora temo che non sarò capace nemmeno ora di fare il padre perché forse non ne sono capace. Cosa posso fare secondo lei? A chi rivolgermi per capire dove sta andando al mia vita?
Giacomo
Ettore o Paolo, capisci bene coma sia difficile per me darti una risposta in poche righe ad una situazione così articolata. Penso che una cosa che potresti innanzitutto fare è aprirti con tua moglie e parlarle di tutto ciò che ti ha risvegliato questa gravidanza: lei sa di tuo figlio, potrà starti vicino e aiutarti a rielaborare i sentimenti che provi ora. È importante che tu non ti chiuda con lei. Rendila partecipe della tua sofferenza e insieme cercate delle risposte. Da un punto di vista psicologico è piuttosto normale che, proprio ora che stai per diventare padre, tu stia ripensando alla tua paternità come dire… “mancata” (hai saputo di avere un figlio quando questo aveva già 10 anni, è sempre vissuto all’estero, solo le persone molto vicino a te lo sanno, da due anni non vi sentite) è il momento forse di accettarla a tutti gli effetti. Penso inoltre che non sia mai troppo tardi per chiedere scusa ad una persona se si sente di averle fatto un torto e se senti di aver sbagliato con tuo figlio prova a cercarlo, magari potreste provare a ricostruire un rapporto e conoscervi meglio. Infine penso che rivolgere queste domande ad uno psicoterapeuta in “carne ed ossa” ti fornirà sicuramente molte più risposte.
Valentina Grimaldi è nata nel 1964, laureata in medicina e chirurgia nel 1989 all’Università Cattolica del Sacro Cuore a Roma e specializzata nello stesso Ateneo in Pediatria nel 1993. Autrice di diverse pubblicazioni scientifiche e relatrice in convegni nazionali ed internazionali; ha conseguito un master di II livello in Allergologia pediatrica. Dopo l’esperienza ospedaliera e di ricerca presso il Policlinico Gemelli di Roma, esercita a Roma la professione di pediatra di famiglia dal 1996. Da sempre attenta alle problematiche psicoeducazionali e della genitorialità si è specializzata in Psicoterapia Infantile per meglio soddisfare i bisogni di salute dei bambini e delle loro famiglie. Questa rubrica non vuole sostituirsi al medico curante né alimentare il fai da te, al contrario vuole indurre il lettore a riflettere su alcune tematiche comuni ai bambini ed alle famiglie per poi affrontarle nelle giuste sedi con il pediatra di fiducia o lo psicoterapeuta