Blog – Tom Evans: per Alfie basta contrapposizioni costruiamo ponti

Il miracolo è accaduto. E non è la guarigione di Alfie ma la decisione di Tom Evans – il papà di Alfie – di voler costruire un rapporto con l’ospedale che ringrazia per il duro lavoro svolto in queste circostanze. “Come genitori – aggiunge – lavoreremo con il team ospedaliero per garantire ad Alfie tutta la dignità e il comfort di cui ha bisogno” e invita i tanti sostenitori del bambino gravemente malato a “tornare alla loro vita di tutti i giorni” per permettere a lui e alla moglie Kate “di camminare sopra il ponte che intende costruire con l’ospedale”.
Mi chiedo se in questo cambiamento radicale di rotta – non più contrapposizioni ma costruzione di ponti – sia intervenuto il Papa. Magari direttamente o, più probabilmente, attraverso qualche membro della Conferenza Episcopale Inglese o forse attraverso don Gabriele Brusco. Quella di Tom è, di fatto, una dichiarazione che mette le premesse per costruire la giusta disposizione con cui una famiglia può scegliere di abbracciare per il figlio il percorso palliativo. Infatti, fino a quando non c’è consenso della famiglia, le cure palliative diventano una strada impraticabile e così trasforma la vita di Alfie in qualcosa di davvero disumano. Mi viene da pensare che in questi ultimi giorni, da quando Alfie è uscito dalla terapia intensiva, i genitori hanno iniziato un percorso di vera relazione col bambino dal momento che i genitori potevano adesso stare soli con lui.
Il palliative comfort care ha proprio l’obiettivo dell’instaurarsi di una relazione, della costruzione di una storia tra il bimbo e la sua famiglia che, di fatto, in terapia intensiva, con le cure invasive praticate, non è consentita.
In queste ultime ore è accaduto che i genitori hanno potuto tenere Alfie tra le braccia senza limiti. È in quell’abbraccio c’è la vera relazione costitutiva dell’uomo. In quell’abbraccio nessuna battaglia trova più giustificazione. È il bambino che, nell’abbraccio, insegna tutto ciò che un genitore deve sapere e deve imparare per andare avanti: “amare, di fronte alla morte è l’amore più grande che un genitore può donare”. Come fece Maria di fronte a suo figlio.
Di grande importanza poi il suggerimento, rivolto da Tom ai sostenitori, “di tornare alla vita di tutti i giorni”. È quanto dice l’angelo alle donne quando racconta che incontreranno il Risorto in Galilea (Mc 16, 1-8): espressione che non sta ad indicare direttamente la regione geografica ma la normale vita quotidiana. Quella fatta non di sit in e di veglie clamorose ma del faticoso impegno per vivere ogni giorno una vita buona.

Ecco qui sotto l’intero testo in italiano

Tom Evans, 21 anni, ha detto che i sostenitori della causa di Alfie devono “tornare alla loro vita quotidiana” dopo giorni di proteste fuori della clinica di Liverpool e sui social media. Tom Evans ha detto che la famiglia vuole “costruire una relazione” con l’Alder Hey Hospital.
Ha detto: “Siamo molto grati e apprezziamo tutto il supporto che abbiamo ricevuto da tutto il mondo, inclusi i nostri sostenitori italiani e polacchi, che hanno dedicato il loro tempo e sostengo alla nostra incredibile lotta. Ora vi chiediamo di tornare alle vostre vite quotidiane e permettere a me, a Kate e all’Alder Hey di costruire un ponte e di attraversarlo. Desideriamo inoltre ringraziare il personale dell’Alder Hey ad ogni livello per la loro dignità e professionalità durante quello che deve essere un momento incredibilmente difficile anche per loro”.
La sua dichiarazione è arrivata questo pomeriggio dopo un incontro con i medici per i trattamenti futuri di Alfie mentre lui e Kate cercavano di riportarlo a casa.
Ancora, Tom ha aggiunto: “Insieme riconosciamo le tensioni che gli eventi recenti hanno messo su tutti ma, ora, desideriamo un momento di riservatezza. Nell’interesse di Alfie lavoreremo con il team su un piano che fornisce al nostro bambino la dignità e il conforto di cui ha bisogno. Da questo momento in poi non ci saranno più dichiarazioni ufficiali o interviste rilasciate. Ci auguriamo che la nostra volontà venga rispettata”.
Immediatamente dopo aver dato la sua dichiarazione, la pagina Facebook di Alfie, che aveva coordinato la campagna pubblica, è stata resa privata. Il sito di protesta fuori dall’ospedale è stato quasi del tutto abbandonato anche se ancora qualche sostenitore lascia loro palloncini e manifesti.

Link a The Sun (dichiarazioni di Tom Evans)