Blog / Valentina Grimaldi | 22 Febbraio 2018

La Dott.ssa Grimaldi risponde – Il morbillo è naturale, il vaccino no. È davvero così?

Continuiamo gli interventi della Dott.ssa Grimaldi sui vaccini. Per inviare le tue domande puoi scrivere una mail a [email protected] 

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Cara dottoressa,
mi chiamo Mauro, ho 35 anni, non ho figli ma gestisco una trattoria e parlo tanto con la gente. Vorrei che mi spiegasse una cosa: tra i miei clienti abituali ho tante persone anziane che ricordano come, ai loro tempi, il morbillo, la rosolia e le altre malattie esantematiche si prendevano senza problemi, uno se ne stava a casa per un po’ e poi passava tutto. Dicono che in questo modo ti facevi gli anticorpi naturalmente ed era molto meglio perché l’infezione naturale è meglio del vaccino, nessuno moriva, mentre con le vaccinazioni non si sa mai, bisogna esser cauti. Io vorrei sapere: che cosa è meglio veramente? Prendersi la malattia o vaccinarsi? Parlo ovviamente del Morbillo e delle malattie esantematiche, non della poliomielite! (Mauro, dalla provincia di Messina)

Caro Mauro, sono felice di questa domanda perché mi permette di spiegare come i  vaccini non siano contrari alla natura, ma al contrario, agiscano proprio sfruttando i meccanismi naturali di difesa della persona. Le vaccinazioni sono la vera prevenzione primaria che elimina la patologia a monte, perché impedisce alla malattia di svilupparsi, non ne limita i danni, non la cura, ne impedisce proprio l’insorgenza e fa sì che la persona vaccinata, pur entrando in contatto con il virus o batterio potenzialmente dannoso non si ammali, perché i suoi anticorpi, attivati dalla vaccinazione, sono in grado di difenderla. Il vaccino sviluppa le mie stesse risorse affinchè io in futuro sia in grado di difendermi da solo: come si può non pensare che le vaccinazioni non siano tra le più grandi scoperta dell’umanità?!

Come otteniamo questo? Provocando una risposta immunitaria naturale capace di produrre anticorpi contro i virus e i batteri. Mentre un antibiotico è un farmaco che si fa carico di aggredire i batteri al posto nostro, attaccandone ad esempio la parete batterica e causandone la morte, il vaccino attiva le nostre difese in modo tale da renderle capaci di bloccare l’infezione senza bisogno di aiuti esterni. Inoltre, proseguendo il confronto con gli antibiotici, questi sono attivi su più classi batteriche, non sono selettivi, mentre il vaccino è assolutamente specifico e mirato.

Prima che esistessero le vaccinazioni, la mortalità infantile era molto più alta e le malattie infettive ne erano spesso la causa, talvolta i bambini morivano e si ammalavano con gravi complicanze, ed è per questo che la scienza ha studiato il miglior modo per evitare l’insorgere delle malattie infettive. Perciò i vaccini sono una conquista che evita ogni anno 3 milioni di morti in tutto il mondo. Se pensiamo al morbillo l’infezione naturale è causa di encefalite in un bambino su 1.000 ammalati e ne provoca la morte in 2 su 1.000. Al contrario, la vaccinazione MMR (morbillo, parotite e rosolia) può provocare come complicanza una grave reazione allergica solo in uno su 1.000.000 di soggetti vaccinati. Pertanto i benefici dell’immunità acquisita con le vaccinazioni raccomandate, superano straordinariamente i gravi rischi dell’infezione naturale. In medicina si tiene sempre in considerazione il rapporto costo/beneficio: se un medicamento, qualunque esso sia, fosse più pericoloso della malattia stessa non verrebbe commercializzato, che senso avrebbe? In conclusione perciò è molto più sicuro vaccinarsi che subire la malattia naturale, anche nel caso dei comuni esantemi dell’infanzia

 

Valentina Grimaldi è nata nel 1964, laureata in medicina e chirurgia nel 1989 all’Università Cattolica del Sacro Cuore a Roma e specializzata nello stesso Ateneo in Pediatria nel 1993. Autrice di diverse pubblicazioni scientifiche e relatrice in convegni nazionali ed internazionali; ha conseguito un master di II livello in Allergologia pediatrica. Dopo l’esperienza ospedaliera e di ricerca presso il Policlinico Gemelli di Roma, esercita a Roma la professione di pediatra di famiglia dal 1996. Da sempre attenta alle problematiche psicoeducazionali e della genitorialità si è specializzata in Psicoterapia Infantile per meglio soddisfare i bisogni di salute dei bambini e delle loro famiglie. Questa rubrica non vuole sostituirsi al medico curante né alimentare il fai da te, al contrario vuole indurre il lettore a riflettere su alcune tematiche comuni ai bambini ed alle famiglie per poi affrontarle nelle giuste sedi con il pediatra di fiducia o lo psicoterapeuta