La Dott.ssa Grimaldi risponde – Lo sciroppo solo con la forza
Dalla settimana prossima la Dott.ssa Grimaldi inizierà una serie di interventi sui vaccini. Per inviare le tue domande puoi scrivere una mail a [email protected]
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Siamo i genitori di un bambino di 5 anni (quasi 6, li compie a marzo) e siamo disperati perché non riusciamo a dargli nessuna medicina. Prende solo supposte o punture: per bocca sputa tutto oppure si fa venire il vomito. Ogni volta che si ammala è un doppio problema, per la malattia e per la difficoltà di curarlo. L’aerosol per fortuna lo fa, ma per tutto il resto non sente ragioni. Abbiamo provato in tutti i modi con le buone e con le cattive maniere, ora siamo rassegnati. Se deve prendere uno sciroppo dobbiamo essere in due: uno lo blocca e l’altro con il contagocce dello sciroppo gli manda in bocca la medicina. Cosa possiamo fare? Fabio e Stefania – Salerno
Carissimi Fabio e Stefania, purtroppo non è la prima volta che ricevo questo tipo di richiesta. Il problema risiede nella difficoltà che a volte incontrano i genitori nel far rispettare le regole ai figli quando stanno male. È molto importante – ad esempio – il tono della voce: il genitore, per essere autorevole e farsi rispettare, deve cercare di non gridare o spaventare il bambino diventando aggressivo ma deve cercare di mantenere un tono pacato e fermo, che rassicuri il bambino sulla assoluta normalità di quello che gli si sta proponendo e che allo stesso tempo gli dica inequivocabilmente che quella cosa non prevede una scelta, va fatta e basta. Nel caso delle medicine è fondamentale che prima di iniziare a somministrare il farmaco voi spieghiate al bambino che quello sciroppo potrebbe non essere buono, perché non è un dolce o un gelato, ma una medicina che aiuta a guarire dalla tosse, dalla febbre ecc. È una cosa che bisogna prendere quando si è ammalati per guarire, fatta apposta per i bambini e purtroppo non è possibile fare altrimenti. Ingannarli mescolando la medicina nel latte, nella frutta e cibi vari rende i bambini sospettosi che poi finiscono per non fidarsi più di noi. È molto meglio dire sempre la verità soprattutto a quasi 6 anni.
Altra cosa importante è spiegargli in anticipo come gli darete la medicina: nel caso di uno sciroppo userete un cucchiaino di plastica, il misurino, ci verserete lo sciroppo, lui lo manderà giù velocemente e subito dopo potrà avere una caramella o un cioccolatino. Potrete anche proporgli di aggiungere p0′ di zucchero, se ha timore che sia troppo amaro, in ogni caso dovrà essere chiaro che insieme potete studiare una strategia per rendere la medicina meno cattiva, ma la medicina si dovrà prendere. Disperarsi non servirà a nulla questo farmaco va preso perché solo in questo modo potrà guarire e ritornare a scuola dai suoi amici. Le prime volte non sarà facile, perché dovrete controllarvi molto per non cedere alla tentazione di urlarle e imporvi con la forza, ma se sono stata capace di convincervi e ci proverete con un po’ di tenacia vi assicuro che funzionerà.
Un consiglio, soprattutto la prima volta che deciderete di farlo, di ritagliarvi un po’ di tempo in più, senza avere fretta, stando da soli a casa vostra, senza nonni, parenti o amici che possano interferire, spegnendo la tv ed il cellulare e concentrandovi su questa operazione: vedrete non fallirete!
Valentina Grimaldi è nata nel 1964, laureata in medicina e chirurgia nel 1989 all’Università Cattolica del Sacro Cuore a Roma e specializzata nello stesso Ateneo in Pediatria nel 1993. Autrice di diverse pubblicazioni scientifiche e relatrice in convegni nazionali ed internazionali; ha conseguito un master di II livello in Allergologia pediatrica. Dopo l’esperienza ospedaliera e di ricerca presso il Policlinico Gemelli di Roma, esercita a Roma la professione di pediatra di famiglia dal 1996. Da sempre attenta alle problematiche psicoeducazionali e della genitorialità si è specializzata in Psicoterapia Infantile per meglio soddisfare i bisogni di salute dei bambini e delle loro famiglie. Questa rubrica non vuole sostituirsi al medico curante né alimentare il fai da te, al contrario vuole indurre il lettore a riflettere su alcune tematiche comuni ai bambini ed alle famiglie per poi affrontarle nelle giuste sedi con il pediatra di fiducia o lo psicoterapeuta