Blog / Valentina Grimaldi | 26 Gennaio 2018

La Dott.ssa Grimaldi risponde – Le prescrizioni “fai da te”

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Cara dottoressa, sono un’insegnante di scuola materna e madre di una bambina di 8 anni. Poiché voglio essere informata e saper le cose vado spesso su internet per capire meglio, soprattutto per gli argomenti medici. Purtroppo però l’ultima volta anche il mio compagno mi ha detto che devo piantarla perché ho iniziato a dare un antibiotico a nostra figlia convinta che avesse la scarlattina, e poiché le bolle non passavano sono andata dal medico. In realtà le bolle erano dovute ad un’allergia e la febbre ad un virus. A scuola era pieno di scarlattina le bolle confrontate su internet erano le stesse di mia figlia, era sabato sera, non volevo aspettare il lunedì per sentire il medico, ero preoccupata su quello che poteva succedere a mia figlia… e la scarlattina non curata porta tante malattie. Come devo fare? Teresa

Cara Teresa,
è importante sapere che in medicina – più che in altre discipline scientifiche – la diagnosi non è mai data da un singolo sintomo, ma sempre da un’insieme di sintomi che combinandosi portano ad una diagnosi. Non è un caso che si usi il termine “indagine medica”, cosi come per l’indagine poliziesca, perché tanti indizi uniti portano ad un’ipotesi che poi andrà supportata dai fatti, nel nostro caso dai sintomi e soprattutto dal riscontro sul paziente. Il “fai da te” in questi casi è pericoloso perché, quando non ci sono le conoscenze giuste, professionali, si rischia di essere fuorviati da segnali che sembrano inequivocabili e che poi invece si dimostrano inesatti. Quando consultiamo internet perché non troviamo il medico o perché pensiamo di poterne fare a meno già partiamo con il piede sbagliato, dott. Google non può sostituire il medico: la persona non è una macchina ed i sintomi spesso vanno integrati con altre informazioni ed interpretati da chi ne conosce il linguaggio nascosto. Lo stesso vale quando sentiamo i consigli di amici o conoscenti riguardo la salute dei nostri figli: tutti hanno diritto ad avere un’opinione personale su qualunque argomento, ma se devo fare delle scelte o seguire dei consigli devo far riferimento ai consigli o alle indicazione dei  professionisti, in questo caso i medici, che quando danno un’indicazione non esprimono un’opinione personale, ma bensì un’opinione professionale, propria di chi è esperto in quel settore… Allora perché affidarci al caso quando possiamo consultare un esperto? È come rivolgersi al medico se il rubinetto della cucina perde, le potrà dare un’opinione personale, magari è giusta, ma mi fiderei di più dell’opinione professionale dell’idraulico! Allora va bene navigare su internet e leggere tante cose, ma dobbiamo ricordarci che studiare è un’altra cosa e la professionalità in qualunque settore si acquisisce solo studiando. Grazie Teresa con la tua lettera mi hai dato l’opportunità di parlare di un argomento molto importante

 

Valentina Grimaldi è nata nel 1964, laureata in medicina e chirurgia nel 1989 all’Università Cattolica del Sacro Cuore a Roma e specializzata nello stesso Ateneo in Pediatria nel 1993. Autrice di diverse pubblicazioni scientifiche e relatrice in convegni nazionali ed internazionali; ha conseguito un master di II livello in Allergologia pediatrica. Dopo l’esperienza ospedaliera e di ricerca presso il Policlinico Gemelli di Roma, esercita a Roma la professione di pediatra di famiglia dal 1996. Da sempre attenta alle problematiche psicoeducazionali e della genitorialità si è specializzata in Psicoterapia Infantile per meglio soddisfare i bisogni di salute dei bambini e delle loro famiglie. Questa rubrica non vuole sostituirsi al medico curante né alimentare il fai da te, al contrario vuole indurre il lettore a riflettere su alcune tematiche comuni ai bambini ed alle famiglie per poi affrontarle nelle giuste sedi con il pediatra di fiducia o lo psicoterapeuta