Articoli / Blog / Le interviste | 22 Dicembre 2017

Per Novella 2000 intervisto: Vittorio Sgarbi

Sgarbi. Di nome e di fatto. Vittorio si piace urticante e controcorrente. Iroso per natura. Tre figli “capitati” senza volerli, una fidanzata, Sabrina Colle, al suo fianco dal 1998, con la quale condivide più mente che corpo, e un numero imprecisato di donne che cambia più spesso delle cravatte. L’opposto dell’uomo morigerato e “timorato di Dio”, come si suol dire.

Vittorio, lei ha un peccato che non si perdona? Un rimorso per come ha vissuto, per quello ha detto?

No, sono un uomo sereno nonostante le mie ire. Io non posso permettermi di essere infelice. Sarebbe una forma di superbia pensare di avere il diritto di lamentarmi di qualcosa. Quello che ho avuto e quello che ho fatto è tale da non consentirmi di avere rammarichi. Quelli che si lamentano hanno avuto poco o presumono di aver avuto poco. Io credo di aver avuto, da Dio o dalla vita, abbastanza da non potermi permettere il lamento.

Non ha mai esagerato strumentalmente in qualche trasmissione televisiva? Non si è mai detto: adesso faccio una piazzata così sale l’audience?

Io non ho mai fatto sceneggiate. Io sono una candid camera vivente: che ci sia o non ci sia la televisione io faccio quello che ritengo giusto. Un altro può trattenersi invece io sono uno che non si è mai trattenuto. Ma se mi lasciano parlare e non mi disturbano io sono serenissimo, classico, distaccato: certo, se poi c’è un cretino che mi disturba perché non capisce bene quello che dico, può succedere. Insomma io sono sensibile al tema della lesa maestà: uno che prova a ledere la mia maestà lo faccio nero.

Qualche volta potrebbe anche contenere la sua irruenza.

Forse, se vogliamo parlare di un peccato, possiamo dire che sono incontinente ma non lo faccio mai come una cosa premeditata. Le dirò di più: c’era un autore televisivo che cercava il dibattito intensivo, ma a mia insaputa. Che ne so: litigavo con Cecchi Paone sul tema dell’omosessualità, litigavo con la Mussolini e allora lui mi invitava a un programma domenicale che era Buona Domenica e, senza dirmelo, invitava anche quello con cui avevo litigato tre giorni prima, finché io l’ho sgamato. Quindi, l’ira nasce spontanea: per esempio con la Mussolini, lei cercava di contraddirmi e io l’ho mandata al diavolo. Poi me la ritrovo in Tv, capisce quindi? È una montatura. Io, se lasciato in pace, sono socievole, sereno, disponibile, non mi disturba nessuno. Sì, certo, il mio limite è che non mi trattengo: ma io non sono uno che va lì e dice: adesso faccio un bel casino, no, affatto. Del casino non me ne frega niente.

Lei ha avuto tre figli, Carlo (29 anni), Alba (18) e Evelina (17), da tre donne diverse, ma dice di non essersi mai sentito padre. Ha rimorsi come genitore?

Sono solo un genitore biologico. Le spiego: sono convinto che esista solo il matrimonio cristiano. Gli altri matrimoni non esistono e per questo sono contro sia al divorzio che all’aborto. Il matrimonio cristiano invece implica una scelta legata a un’idea di famiglia che suppone la procreazione del figlio in nome di valori che sono legati a Dio. Ora, dal momento che non mi sono mai sposato, io non ho mai voluto fare figli. Quando i figli sono venuti è avvenuto per inavvertenza mia o, per esempio nel caso del primo figlio, perché la donna non mi aveva rivelato che non prendeva più gli anticoncezionali. A quel punto, il padre che io sono, cioè il genitore che sono, non è padre nella volontà: l’ultima figlia è nata perché la madre – che era sposata – aveva un marito impotente e lei ha tratto vantaggio da questa cosa. Io non ho mai pensato: sto con una donna e farò un figlio e, quindi, non sono padre nella volontà. Poi, voglio bene lo stesso ai figli perché io voglio bene all’umanità.

Qualcuno, sfogliando la sua biografia intima, dice che lei è bulimico di donne. Si riconosce?

In questa fase della mia vita è certamente una sciocchezza. Nel passato certo ho fatto il libertino convinto ma questa è una caratteristica mia che assomiglia a quella degli omosessuali come si rispecchiava in Pasolini: cioè l’omosessuale non ha l’idea del matrimonio, salvo adesso con queste ridicole nozze gay.

Si può essere contrari alle nozze gay, ma definirle ridicole le attirerà diverse critiche. 

Ripeto: io penso che, salvo che per ragioni cristiane, il matrimonio sia sbagliato. Figuriamoci cosa penso di due omosessuali che si sposano. Sono solo due deficienti che rinunciano alla loro libertà per crearsi dei vincoli, è chiaro quindi? Essendo contro ogni matrimonio sono anche contro le nozze gay, è il mio punto di vista.

Questo, come dice, è il suo punto di vista. Ma Pasolini che c’entra?

L’omosessuale pasoliniano è quello che ha un rapporto sessuale al cesso, al cinema, ha il sesso rubato: io, dal mio punto di vista, ho avuto un comportamento sessuale simile a quello dell’omosessuale “di caccia”. Quindi, riassumendo, la mia attitudine aveva la caratteristica del consumismo sessuale, seduttivo.

Quale è il suo rapporto col denaro?

Non ho alcun rapporto col denaro. Guardi io ho guadagnato molto nella mia vita ma adesso ho molti più debiti che crediti perché acquisto molte opere d’arte per la mia fondazione: appena guadagno una lira essa confluisce negli acquisti della fondazione. Così metto queste opere a disposizione delle gente. Si chiama “Le stanze segrete di Vittorio Sgarbi”. Per questo desiderio di far conoscere l’arte ho scritto anche il mio ultimo libro “Dal mito alla favola bella” (edito da La Nave di Teseo).

Rispetto alla fede religiosa? Lei ha detto di avere una fede di tipo crociano “non possiamo non dirci cristiani”, è giusto?

Io credo che non ci sia la certezza di Dio ma credo che ci sia la certezza della Chiesa, di quella del cardinal Ottaviani [un noto cardinale conservatore, ndr]: io credo che non ci sia la certezza di Dio ma ho la certezza della Chiesa. Per cui sono un grande ammiratore della Chiesa cristiana.

Ammira anche la Chiesa di Papa Francesco?

Quella di Papa Francesco non è più una Chiesa cristiana. Il Papa è ateo.

Boom, la spara grossa! Ha appena detto a un prete che il Papa è ateo…

Il Papa è un ateo, non nel senso che non crede in Dio ma nel non essere più il rappresentante del dio cristiano. Il cristianesimo non è semplicemente un monoteismo invece lui è solo un monotesista. Dice: Dio è uno e ha creato anche il musulmano che mi uccide: ergo io non posso essere contro i musulmani, che sono i miei fratelli. Questo in lui è chiarissimo: lui è per un Dio che ha creato sia i cristiani sia gli altri. Allora se io vengo ucciso da un musulmano quello non diventa per me un nemico: è solo un fratello che sbaglia. Invece io sono un ammiratore della Chiesa di Ratzinger, di Giovanni Paolo II: io combatto contro il musulmano perché la mia Chiesa combatte contro i musulmani.

La tolleranza di Papa Francesco non le ha insegnato niente?

Papa Francesco è il rappresentante della Chiesa, non può dire “chi sono io per giudicare i gay?”: ma come chi sei tu? Tu sei il capo di una Chiesa che ritiene che essere gay sia contro natura! Se poi tu ritieni – come lo ritengo anch’io – che uno lo possa prendere nel culo senza problemi, vai bene come uomo ma non vai bene come Capo della Chiesa. Quindi lui è uno che tiene più all’uomo che a Dio.

Sgarbi non ha rimorsi, ma almeno un peccato veniale l’avrà fatto? Davvero non ha mai dato della “capra” a qualcuno che non lo meritava?

Sì, forse: ma, appunto, sono peccati veniali.