Martedì 19 dicembre – Mauro Leonardi

Commento al vangelo di martedì 19 dicembre 2017, ferie di Natale (Mt 1, 18-24)

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
«Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:
a lui sarà dato il nome di Emmanuele»,
che significa «Dio con noi».
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa. (Mt 1, 18-24)

La nascita, storicamente situata del Verbo incarnato, è annunciata dalla nascita, parimenti testimoniata con dovizia di particolari dall’evangelista, di Giovanni Battista. Grandeggia, nel silenzio la figura di Maria: perché mentre Giovanni nasce come miracolo che, in un primo tempo, vede incredulo lo stesso padre Zaccaria, Maria si fa subito e totalmente docile alla volontà del Signore e mentre qui la lode è un coro che prorompe dalla gente che assiste a questa nascita quasi come ad uno spettacolo grandioso, il Magnificat sorge dal cuore stesso di Maria, nell’intimità del rapporto con la cugina Elisabetta, nel nascondimento del grembo di quest’ultima dove Giovanni, ancora non nato, esulta di gioia: perché la fede non è mai vanagloriosa, ma sempre intima e umile.