Blog / In tre mesi | 17 Dicembre 2017

17 dicembre – L’odore, il profumo

Oggi a Messa ho incontrato un’amica. Mi ha baciata. Mi è rimasto il suo odore sulle guance. Crema di buona qualità e un profumo fruttato. Poi ho dato la mano ad una signora anziana. Mi è rimasto addosso un odore di vestiti che sono stati tanto nell’armadio e il profumo della saponetta alle rose. Poi ho preso un caffè al bar. Odore di bar e odore di sigaretta perché, fuori, uno fumava. Odore di sigaretta. Tu, amore mio, sei il sapore del fresco un po’ umido. Il gusto del respiro in una mano sul viso. Il morbido della mano tra i capelli. Oggi tu sei qui, sei il mio profumo. Mi appoggio su di te che sei qui ma non ci sei. Ma c’è un’impronta. L’odore. Il profumo. Mi mancano i tuoi abbracci. Mi manca la curva del collo per respirarci dentro e far uscire tutta l’anima (non è tanto pulita ultimamente). Mi manca quel bacio che è l’ultimo prima di andare via. Mi manca anche tutto quello che non c’è stato. Ma questo non lo scrivo perché se non c’è non ci sono nemmeno le parole. E allora quello che manca ce lo teniamo noi. Come quel regalo che sai cos’è e non lo scarti ma aspetti.
Paci è sposata con René, un uomo che la trascura. Ha una bimba che si chiama Marta e un’amica che si chiama Stella. Si mantiene facendo pulizie

Tratto da Avvenire

“In tre mesi” è il nome della rubrica di prima pagina che Avvenire mi ha affidato per i mesi di ottobre, novembre e dicembre del 2017. I brani che verranno pubblicati ogni giorno, per appunto “In tre mesi”, sono tratti da Il diario di Paci, l’esercizio poetico dal quale poi è nato il romanzo Una giornata di Susanna, Cooper. Il brano originario del pezzo pubblicato oggi si può trovare qui.