Giovedì 14 dicembre – Stefania Perna
Pubblichiamo il commento al Vangelo (Mt 11, 11-15) di Stefania Perna. Chiunque può mandare i suoi brevi commenti, audio o scritti, a [email protected]
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In quel tempo, Gesù disse alle folle: «In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elìa che deve venire. Chi ha orecchi, ascolti!». Mt 11,11-15
“I violenti rapiscono il regno… il regno, fino ai nostri giorni, soffre violenza.”
Esiste una violenza buona: che è soprattutto un desiderare con vera forza , di “rapire” il regno.Facendo violenza ai propri sentimenti di indegnità e scoraggiamento.
Come fece il buon ladrone (ricordati di me, quando sarai nel tuo regno!) E, con questa umile preghiera, rapì realmente il paradiso.
E’ la violenza che “vogliamo fare” a noi stessi, quando ci conosciamo e ci rendiamo conto dei nostri limiti: come e’ facile in quei momenti, imprecare, scoraggiarsi, ritenere utopia il regno e realta’ le nostre catene (dipendenze di tanti tipi, reazioni, rabbie, voglia di rivalsa etc etc).
Una realta’ che appare insuperabile.
Bisogna davvero quasi violentarsi… per reagire senza violenza.
Reagire da “miti e umili di cuore”: che di ogni errore, fanno un trampolino di lancio per ricominciare e per rivolgersi a Lui con rinnovata fiducia.
“Grazie (perché mi fai conoscere la mia piccolezza), perdonami, aiutami di più” come diceva qualcuno.
Tre parole per violentare se stessi, per violentare scoraggiamenti e sfiducia.
Strapparsi con violenza a se stessi per gettarsi , anche solo per un attimo, nelle Sue mani.