Blog / In tre mesi | 13 Dicembre 2017

13 dicembre – Telefonate perse

Sapevo che avresti chiamato. Non lo so, a volte lo sento anche se non è proprio un sentire. Di verbi ne so pochi ma questo lo so che non è quello giusto: non è sentire. È che a volte le coincidenze sono solo una domanda che trova la sua risposta: ti volevo sentire e tu chiami. Poi ci sono quelle giornate che esco di casa ed è rimasta la vibrazione senza squillo. Quella che metto per non dare fastidio a Marta quando dorme. Guardo, nessuna chiamata, lo rimetto in carica. L’unica presa libera è in una stanza un po’ lontana ma tanto la sento. Metto il telefono sulla sedia, dove Marta ha messo il suo cuscino: quello della bambola. Passa il tempo e non sento chiamate. Strano, perché di solito, quando penso che ti aspetto, tu te ne accorgi e chiami. Guardo bene e trovo tre chiamate senza risposta. Tre chiamate perse. Hai chiamato tre volte e non ti ho risposto. Non succede mai. Non deve succedere mai. È successo. Quanto sono dispiaciuta. Non mi capita mai. Tre chiamate perse. Sono sempre stata tanto attenta. Provo a richiamarti. Ma non rispondi più.
Paci è sposata con René, un uomo che la trascura. Ha una bimba che si chiama Marta e un’amica che si chiama Stella. Si mantiene facendo pulizie

Tratto da Avvenire

“In tre mesi” è il nome della rubrica di prima pagina che Avvenire mi ha affidato per i mesi di ottobre, novembre e dicembre del 2017. I brani che verranno pubblicati ogni giorno, per appunto “In tre mesi”, sono tratti da Il diario di Paci, l’esercizio poetico dal quale poi è nato il romanzo Una giornata di Susanna, Cooper. Il brano originario del pezzo pubblicato oggi si può trovare qui.