Le Lettere di Maddalena – Dammi un cuore appassionato, Signore
Come è bello incontrare cuori innamorati, appassionati. Che magari non si notano subito. Non sono urlati, sono solo innamorati. E quell’amore li fa osare oltre misura, fino allo stremo delle forze.
Ho tanti limiti, io. Meglio non approfondire. Ma lo voglio anche io, Signore, un cuore appassionato, che mi faccia amare la vita, le persone.
Lo voglio anche io, con tutte le mie forze. Perché so che Tu vuoi questo, Signore, da me. Perché la vita è qui, ora, non so se sarà domani. E voglio viverla tutta, come vedo fare da parte di chi ama Te sopra ogni cosa. Nella mia vita quotidiana, fatta di riunioni scolastiche, persone, pianti e litigate tra bambini, letti da rifare, e magari polvere da togliere dall’ultimo scaffale della libreria. Fatta di amiche e amici, coi loro problemi e i loro carichi da portare. Una vita fatta di risate e lacrime, telefonate e qualche birretta in compagnia, dolori ed incomprensioni, appuntamenti saltati, sfoghi di amiche a mezzanotte, e tanti abbracci.
Anche Tu avevi un cuore appassionato. Eri così…Uomo, capace di piangere davanti al tuo amico morto, così sensibile da commuoverti davanti al pianto di una donna. Lo aveva anche la Tua Mamma, il cuore appassionato di Te. Che si è messa ad affrontare un viaggio per andare a raccontare alla cugina tutta la sua gioia e il suo stupore, senza badare troppo alla fatica. E il suo stesso Cuore innamorato l’ha fatta stare da Te, fino alla fine, fino all’ultimo tuo spasimo di dolore.
Lo voglio anche io, per riuscire a riconoscerTi tra mille, e magari mettermi a correre da lontano, e pazienza se cado e mi sbuccio un ginocchio. Se mi cola il trucco, che il mio cuore batte all’impazzata.
Voglio il cuore di Pietro, che quando ti ha visto dalla barca si è buttato a nuoto per raggiungerti, magari per chiederTi perdono tra le lacrime.
Voglio il cuore della Maddalena, che quando ti ha riconosciuto, non ti lasciava andare più via. Che magari un abbraccio ci è scappato pure. “Lasciami andare, devo tornare al Padre”.
Dammi il cuore che mi permetta di usare tutto quello che ho di prezioso da inondarti i piedi e asciugarli coi capelli, se la faccio grossa. Perché non credere, sono un disastro, io.
Dammi quel cuore lì, Signore, che se no non ha molto senso. Che se ci sentiamo bruciare dentro è perché Tu vuoi che ci buttiamo, senza pensarci troppo, dove Tu vuoi. Anche se ci facciamo male, anche se sembra una cosa da pazzi.
Forse dobbiamo diventare tutti matti. Mio marito affettuosamente mi dice che a volte lo sono già. Non mi importa di impazzire un po’, Signore.
Che tu mi dia il coraggio di fare, che Tu mi faccia, che Tu sia felice. Che Tu mi sorrida. Perché se Tu sorridi, io piango coi singhiozzi.
Scusa se ti bagno la veste.
Il resto non importa.
Maddalena Fabbri è nata a Milano, il 5 settembre 1971. È sposata e ha tre figli. Laureata in giurisprudenza, ha svolto la pratica professionale per poco tempo. Ha preferito iscriversi all’albo ” delle mamme”. Vive a Milano.