Blog / In tre mesi | 07 Dicembre 2017

7 dicembre – Gli abbracci che mancano

Mi mancano quegli abbracci che le braccia stringono. Che portano il viso sull’orecchio. Che anche se non sono poeta non fa niente. “Il solo respiro nell’orecchio” è una frase bellissima. Mi mancano quegli abbracci che dicono che il tempo che non c’eri, non era vero, non è successo. Che dicono che ci sei sempre stato. Che ci sei sempre. Quegli abbracci che mi metto in punta di piedi, non per essere più alta ma per essere tutta. Mi mancano quegli abbracci che mi rimane il profumo ma la pelle te la lascio. Quegli abbracci che solo i bambini e gli amanti si fanno. Quelli che spingo la tempia sulla guancia, che le braccia fanno la sciarpa. Solo i bambini perché i bambini vogliono tornare dentro chi amano. Solo chi si ama perché vogliono stare, rimanere, dentro chi amano. Paci tu hai avuto abbracci così? Stella, io amo così. E sono belli? Stella, sono tutto. Racconta Paci. Bisogna stare attenti Stella. Sono abbracci che poi il desiderio è fortissimo. E io sono solo io e la notte e pure il giorno e pure sempre ho desiderio di lui.
Paci è sposata con René, un uomo che la trascura. Ha una bimba che si chiama Marta e un’amica che si chiama Stella. Si mantiene facendo pulizie

Tratto da Avvenire

“In tre mesi” è il nome della rubrica di prima pagina che Avvenire mi ha affidato per i mesi di ottobre, novembre e dicembre del 2017. I brani che verranno pubblicati ogni giorno, per appunto “In tre mesi”, sono tratti da Il diario di Paci, l’esercizio poetico dal quale poi è nato il romanzo Una giornata di Susanna, Cooper. Il brano originario del pezzo pubblicato oggi si può trovare qui.