4 novembre – Non ragioni come un uomo
Paci, proprio non ragioni come un uomo, ieri mi hai detto così René. Si, è vero. Un uomo che ora sta male non penserebbe mai che otto anni prima poteva riempire un biberon e aiutare la moglie con la figlia e ora starebbe meglio. Mi hai detto così ieri: proprio non ragioni come un uomo, perdi tempo a scavare nel passato. Si, è vero. È vero che non ragiono come un uomo. A me, degli alberi, piacciono le radici. I bozzi che fanno sotto la terra. Come escono, a volte. Come si arrampicano tra terra e sassi. Un albero piantato male, non ce la fa ad essere bello, a dare frutti buoni, è inutile potarlo. Sì, hai ragione: certo, poi, non cambia molto, anzi, nulla. Ma almeno non mi sforzo inutilmente. Se una casa è esposta a nord, di sole ne avrà poco. Non posso buttarla giù, questo non posso farlo. Ma non metterò tende pesanti, questo posso farlo. Ti sto innervosendo, vero René? Troppe chiacchiere, troppi esempi, troppe ripetizioni. Se fossimo al telefono faresti quei silenzi o peggio la voce distaccata di ghiaccio. Ma è sabato e siamo a casa. E io, di persona, sono così.
Paci è sposata con René, un uomo che la trascura. Ha una bimba che si chiama Marta e un’amica che si chiama Stella. Si mantiene facendo pulizie
Tratto da Avvenire
“In tre mesi” è il nome della rubrica di prima pagina che Avvenire mi ha affidato per i mesi di ottobre, novembre e dicembre del 2017. I brani che verranno pubblicati ogni giorno, per appunto “In tre mesi”, sono tratti da Il diario di Paci, l’esercizio poetico dal quale poi è nato il romanzo Una giornata di Susanna, Cooper. Il brano originario del pezzo pubblicato oggi si può trovare qui.