31 ottobre – Che altro c’è
Marta e io passiamo tante ore a casa. È importante stare insieme. Non devi stare per forza insieme, puoi stare una in una camera e una in un’altra, ma che l’altro c’è. Senti i rumori che fa e poi ti incontri in corridoio. I bambini fanno così a fare l’intimità. Noi grandi ci dobbiamo dire almeno una cosa importante, con l’appuntamento: è complicato. I bambini invece non hanno cose importanti da dire. Per loro sei importante tu. Ecco perché Marta non funziona quando il papà ogni tanto le fa un regalo. E basta. Marta mia, che bello che tante ore al giorno sei con me. È come quei presepi che costano poco. Non quelli artistici, ma quelli che si comprano tutto insieme. Quei presepi in cui il Bambinello non arriva a mezzanotte del giorno esatto ma a novembre, quando compri il presepe. Il Bambino c’è già perché è incollato alla stalla con tutta la mangiatoia. E la Madonna e San Giuseppe. Ecco, Marta, io vorrei stare incollata con te e Gesù dentro la stessa casa. Lo so che poi si diventa grandi, ci si separa a va bene così. Ma prima bisogna stare. Allora poi si va via.
Paci è sposata con René, un uomo che la trascura. Ha una bimba che si chiama Marta e un’amica che si chiama Stella. Si mantiene facendo pulizie
Tratto da Avvenire
“In tre mesi” è il nome della rubrica di prima pagina che Avvenire mi ha affidato per i mesi di ottobre, novembre e dicembre del 2017. I brani che verranno pubblicati ogni giorno, per appunto “In tre mesi”, sono tratti da Il diario di Paci, l’esercizio poetico dal quale poi è nato il romanzo Una giornata di Susanna, Cooper. Il brano originario del pezzo pubblicato oggi si può trovare qui.