Blog / Renato Pierri | 20 Ottobre 2017

Le Lettere di Renato Pierri – Catechismo. Papa Bergoglio si è dimenticato il problema della pedofilia

Leggo, sul blog “Come Gesù”, il recente discorso di Papa Bergoglio ai partecipanti all’Incontro promosso dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione.
Trascrivo alcune righe: “Nel presentare il Catechismo della Chiesa Cattolica, san Giovanni Paolo II sosteneva che «esso deve tener conto delle esplicitazioni della dottrina che nel corso dei tempi lo Spirito Santo ha suggerito alla Chiesa. E’ necessario inoltre che aiuti a illuminare con la luce della fede le situazioni nuove e i problemi che nel passato non erano ancora emersi» (Cost. ap. Fidei depositum, 3)”.
E più avanti: “In questo orizzonte di pensiero mi piace fare riferimento a un tema che dovrebbe trovare nel Catechismo della Chiesa Cattolica uno spazio più adeguato e coerente con queste finalità espresse. Penso, infatti, alla pena di morte. Questa problematica non può essere ridotta a un mero ricordo di insegnamento storico senza far emergere non solo il progresso nella dottrina ad opera degli ultimi Pontefici, ma anche la mutata consapevolezza del popolo cristiano, che rifiuta un atteggiamento consenziente nei confronti di una pena che lede pesantemente la dignità umana. Si deve affermare con forza che la condanna alla pena di morte è una misura disumana che umilia, in qualsiasi modo venga perseguita, la dignità personale. E’ in sé stessa contraria al Vangelo perché viene deciso volontariamente di sopprimere una vita umana che è sempre sacra agli occhi del Creatore e di cui Dio solo in ultima analisi è vero giudice e garante”.
Giuste considerazioni. Peccato, però, che in questo orizzonte di pensiero, Papa Francesco non abbia fatto riferimento ad un altro tema che dovrebbe trovare nel Catechismo uno spazio più adeguato: la pedofilia. Grosso problema sia fuori dalla Chiesa sia all’interno della Chiesa, al quale nel passato è stata data scarsissima o nessuna importanza, semplicemente perché nel passato i bambini contavano poco o nulla. Nel senso che le leggi a loro tutela erano inesistenti. Nel Catechismo, tranne qualche cenno, non esiste un paragrafo dedicato alla pedofilia e questo termine, “pedofilia”, è del tutto assente. Per contro, il Catechismo promulgato da Giovanni Paolo II, il papa santo, dedica ben tre paragrafi al tema dell’omosessualità. Questo termine, “omosessualità, invece, non è presente nel Vangelo. Peccato davvero che papa Francesco non abbia notato queste contraddizioni. Non sarebbe il caso di eliminare dal Catechismo i paragrafi dedicati all’omosessualità, e di introdurvene almeno uno sul peccato della pedofilia?
Colgo l’occasione per far osservare un’altra stranezza del Catechismo della Chiesa cattolica, che pure sembra essere sfuggita a questo Papa. I passi del Vangelo contro la ricchezza e contro i ricchi non si contano, pochissimi invece i passi contro i peccati sessuali. Al contrario, nel Catechismo numerosissimi sono i paragrafi dedicati ai peccati sessuali, e scarsi quelli dedicati ai peccati derivanti dalla sete di ricchezza e di potere. Non sarebbe opportuno rimediare anche a questa palese contraddizione? Certo, non è facile per la Chiesa gridare come Gesù: “Guai a voi, ricchi… ” (Lc 6, 24), però potrebbe almeno limitarsi a dire: «Chi ha due tuniche ne dia una a chi non ne ha; e chi ha del cibo faccia lo stesso» (Lc 3,11). Ed ovviamente liberarsi delle tuniche di troppo.
Renato Pierri

Tratto da Resebud