Blog / Iris / Lettere | 16 Ottobre 2017

Le Lettere di Iris – Elogio del silenzio

Ripenso con tenerezza al carosello in bianco e nero degli anni ’60 che parlava “del logorio della vita moderna”. E chi poteva immaginare quanto saremmo stati tutti logorati! Oltre al ritmo sostenuto delle nostre esistenze, che ci impedisce di godere anche quelle piccole gioie che rendono bella la vita, viviamo sommersi in un oceano di rumori assordanti. E come se non bastasse il traffico, pure  musica a tutto volume, persone che urlano nei cellulari, allarmi che suonano, e  nemmeno di notte c’è il silenzio per riposare. E la cosa paradossale è che siamo talmente assuefatti, che quando qualcuno va in vacanza in un posto tranquillo senti dire che il luogo era troppo silenzioso! E questo mondo rumoroso lo anche portiamo anche dentro di noi. Non siamo capaci di fare silenzio in noi per ascoltarci, per ascoltare il nostro cuore, i nostri sentimenti e magari pregare bene. Un sacerdote una volta mi disse che il silenzio poteva anche diventare preghiera, anche perché solo il silenzio interiore ci mette in contatto intimo con Dio. Ero giovane e mi sembrava una cosa improponibile, da asceti, oggi la trovo poco praticabile, perché difficile. E non è il rumore dei clacson o lo stero dei vicini, ma la capacità di saper veramente interrompere i contatti con l’esterno.  Oppure, come suggerisce Papa Francesco, abbiamo paura di metterci in intimo ascolto perché c’è veramente un vuoto? Non credo che ascoltare la nostra coscienza sia solo una meditazione di princìpi, una revisione di precetti e comportamenti non osservati, ma la capacità di andare oltre, di arrivare al nocciolo della nostra esistenza. Dimostriamo ancora una volta la paura di mostrarci nudi, proprio come i nostri progenitori, ma della nudità della coscienza, la peggiore.

Vivo e lavoro a Roma. Sono moglie, madre, figlia e ancora nuora. Sono anche lettrice di fatto presso la mia parrocchia di adozione. Cristiana ancora alla ricerca…