11 ottobre – Perché complichi le cose?
Sei appena uscito dalla camera, René. Ora sentirò i rumori in bagno. Appena sento la doccia, mi muovo. Mi rivesto subito perché non voglio intimità. Io non sono una cosa, sono tua moglie. Dormi con me, entri e esci da questa casa. Sei mio marito. Marta è tua figlia. Firmi le sue cose. Ti chiama papà. Se volessi potresti essere suo padre. Tu dici: non vi manca niente. Tu dici: cosa manca a te e alla bambina? Tu dici: non ti faccio mancare niente. Tu dici: perché devi complicare le cose Paci? Si, René, hai ragione, non mi manca niente. A parte che io vado a far pulizie. Ma è perché siamo in crisi e con uno stipendio solo non ce la si fa. Lo so. E poi tu hai tante spese (che io non conosco). Ma va bene così. Sì, René, sei nel giusto. Il bilancino delle cose che devi fare è in equilibrio, il bilancino non pende, René. Ma. Non lo so. Non so. Quando Stella mi dice: perché ci vai ancora a letto Paci? Perché gli cucini ancora? Mi dice: tu non lo ami più. E io non le so spiegare perché rimango. Forse, Stella, perché penso che amare è dare tutto, anche il non amore.
Paci è sposata con René, un uomo che la trascura. Ha una bimba che si chiama Marta e un’amica che si chiama Stella. Si mantiene facendo pulizie
Tratto da Avvenire
“In tre mesi” è il nome della rubrica di prima pagina che Avvenire mi ha affidato per i mesi di ottobre, novembre e dicembre del 2017. I brani che verranno pubblicati ogni giorno, per appunto “In tre mesi”, sono tratti da Il diario di Paci, l’esercizio poetico dal quale poi è nato il romanzo Una giornata di Susanna, Cooper. Il brano originario del pezzo pubblicato oggi si può trovare qui.