Le Lettere di Roberta Siciliano – Ci rimane la vergogna
Nel leggere certe notizie non si può che rimanere sconvolti.
Una dottoressa di 51 anni è stata violentata mentre prestava servizio in guardia medica in provincia di Catania. L’aggressore è un ventiseienne italiano, Alfio Cardillo, operaio già segnalato in precedenza per maltrattamenti.
Non appena entrato, con il pretesto di dover ricevere cure, ha rotto il telefono fisso dell’ufficio e disattivato il pulsante che fa scattare l’emergenza alla sala operativa del 112 per impedire che la dottoressa potesse dare l’allarme. Ha violentato più volte la dottoressa sino a quando non è riuscita a divincolarsi e ha iniziato a urlare. Per fortuna dei vicini hanno avvertito le urla e chiamato le forze dell’ordine.
Voglio sottolineare il fatto che sia italiano perché molto spesso si pensa che la violenza abbia un unico colore e un’unica terminologia: “Sarà stato sicuramente un immigrato”.
E invece no, la violenza abita la psiche di molti italiani e nessuno può dirsi escluso.
Ma in che mondo viviamo?
Credo veramente si stia perdendo la bussola: un mondo che gira come gli pare, nelle direzioni più disparate e, in gran parte, purtroppo, sbagliate.
Ormai non ci si sente sicuri nemmeno nel posto in cui si compie il proprio dovere, proprio come questa dottoressa alla quale va tutta la mia solidarietà.
Roberta Siciliano è nata a Milano il 05/06/1991 e vive a Soverato (provincia di CZ) ed è studentessa di Medicina e Chirurgia presso l’Università Magna Graecia di Catanzaro. Amante della lettura ha creato nel 2010 la pagina Facebook Voce del verbo leggere. Ama scrivere poesie fin dall’adolescenza. Recentemente ha vinto la targa di merito in occasione del Premio Alda Merini indetto dall’Accademia dei Bronzi di Catanzaro. Due sue liriche sono state pubblicate nell’Antologia “Parole per Alda” e “Festival poetico Il Federiciano edizione 2017”