Articoli / Blog | 31 Agosto 2017

MIO Anno II n. 35/ DON MAURO LEONARDI PARLA CON I LETTORI – La grande forza dell’amore

Mauro Leonardi (Como 1959) è stato ordinato sacerdote dal 29 maggio 1988. Vive a Roma presso l’Elis centro di formazione per la gioventù lavoratrice accanto alla parrocchia di san Giovanni Battista in Collatino. È cappellano del Liceo dell’Accoglienza Safi Elis. Da anni pubblica racconti, articoli, saggi e romanzi. Scrive su diverse riviste e quotidiani. Il suo blog è Come Gesù.  

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Caro don Mauro,
ho assistito con terrore al sisma di Ischia, al salvataggio dei tre bambini, al crollo di tante case, alla morte di due signore: e una di loro era di ritorno da una veglia. In tutto questo mi ha colpito l’eroismo dell’ undicenne Ciro che ha messo in salvo i fratellini e guidato i soccorritori. Noi grandi spesso ci perdiamo in un bicchiere d’acqua mentre questo bambino ci ha dato una lezione di speranza e di saldezza (Ada, Perugia)

Cara Ada,
hai proprio ragione. Io riflettevo sul fatto che i protagonisti di Ischia sono stati due: un terremoto piccolo reso letale dal terreno ma soprattutto dall’abusivismo e dall’incuria degli adulti ed un bambino piccolo che ha salvato i suoi fratelli facendo cose piccole ma fatte con la logica della cura dell’altro. E quindi queste cose piccole sono diventate enormi: infilare il fratellino sotto un materasso è stato un colpo di genio che ha salvato una vita, è stato il gesto che ha fatto la differenza tra la morte e la vita per Mattia. La cosa che più ha commosso è stata quando Ciro stava letteralmente sotto le macerie e dirigeva i soccorsi. In quella situazione disumana ha chiesto ad un pompiere: “Mi vuoi bene?”. Proprio così ha ricordato a tutti noi che la fonte di ogni forza, di ogni vita è l’amore. E l’amore fa cose grandi facendo tante cose piccole. Che bello sarebbe se gli amministratori del nostro paese decidessero sul serio di mettere a norma antisismica le nostre case superando le pastoie burocratiche e le nostre pigrizie e irresponsabilità personali. Grazie piccolo Ciro. E grazie a te Ada.