Agi – Tutti sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri
Aveva visto un servizio alla CNN in cui la stazione Termini di Roma veniva descritta come meta di turismo sessuale: c’erano tanti ragazzini che, tra i binari, accettavano di vendersi per pochi euro. E così “l’inglese” – che in realtà è un americano proveniente da Chicago – aveva affittato una casa all’Esquilino e tutte le sere rientrava con una vittima diversa: ragazzini in media di 15-16 anni, qualcuno anche più piccolo, pochissimi maggiorenni. Rom, maghrebini, romeni. Raramente italiani. Perché, per essere violentato, se non sei proprio disperato non ti vendi il corpo e l’anima per 50, 100, 150 euro a seconda dei casi. Ma se sei un minore abbandonato, un extracomunitario magari arrivato coi barconi, lo sconforto può arrivarti alla gola al punto da spingerti a cedere. E a quel punto l’orco di Chicago che lavorava in una multinazionale era pronto a ghermire le sue prede e a portarle nell’appartamento affittato di proposito vicino alla stazione: così da poterne “consumare” anche più di uno a sera. Tutto questo era terminato quando, grazie al cielo, il portiere si era insospettito e aveva denunciato: e così, a gennaio scorso, l’americano era finito in manette. Oggi però – racconta Michela Allegri su Il Messaggero – c’è una novità pessima. Ed è che l’americano può tornare negli USA.
Non chiedetemi perché possa accadere. Mi hanno spiegato che ci sono delle regole nel mondo, delle leggi, delle normative, roba da diritto internazionale, grazie alle quali è stabilito che tutti gli uomini sono uguali, che tutti i cittadini del mondo hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri ma direbbe George Orwell «tutti sono uguali ma alcuni sono più uguali degli altri.»
Io ero giovane quando ci fu la strage del Cermis, che non è l’acronimo di un sindacato ma il nome di un monte, magnifico, che si trova in val di Fiemme. Si dice “strage del Cermis”perché 19 anni fa un aereo militare statunitense causò venti vittime tranciando il cavo della funivia perché volava a una quota inferiore a quanto concesso “per fare belle foto al panorama”. All’inizio le autorità militari americane cercarono di far passare la sciagurata bravata come fosse la rottura casuale di un cavo, raccontarono cioè di un incidente terribile ma solo sfortunato. Poi la verità emerse grazie ai bravissimi pm italiani ma fu impossibile processare i quattro marines nel nostro paese. Alla fine, dopo anni, ci fu una pena minima solo per il pilota: sei mesi di detenzione ma dopo quattro tornò in libertà per buona condotta. Ci fu anche la beffa dei risarcimenti ai familiari delle 20 vittime. Perché la somma di 40 milioni di dollari fu non solo stabilita da Washington ma venne addirittura pagata dalla provincia di Trento e dello Stato italiano e solo, successivamente, venne rimborsata (in parte) dall’America.
La notizia dell’ingegnere americano pedofilo che non può essere processato in Italia ma che torna in USA nonostante commetta il reato in Italia, lo commetta contro stranieri che si trovano in Italia e addirittura anche contro italiani, non è una bella notizia. Non lo è per l’Italia ma non lo è neanche per gli USA. Che in questo momento di pericolo a causa del dittatore nord coreano Kim Jong Un hanno bisogno della solidarietà incondizionata dell’intero pianeta e non che si creino situazioni che prestano il fianco a chi non vede l’ora di urlare contro l’imperialismo americano.
Tratto da AGI